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l'abito fa il monaco
  • Categoria dell'articolo:Psicologia
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Da sempre l’abbigliamento e/o gli accessori danno informazioni sul nostro status. Il contadino vestiva in maniera diversa dal mercante o dal nobile come il laico si vestiva in maniera diversa dal prete e la prostituta vestiva in maniera diversa dalla donna sposata.

L’abito  ricopre quindi un ruolo essenziale nelle relazioni umane e indica il ruolo nella società, il nostro posto nella gerarchia sociale e il nostro stato civile o comunque la nostra disponibilità ad accogliere approcci da parte di terzi.

La divisa, ad esempio, risponde al bisogno di segnalare il nostro ruolo ed il nostro mestiere, non a caso il nostro approccio risulta differente se la stessa persona fosse vestita da carabiniere, da prete, da calciatore o da pagliaccio. Anche l’appartenenza stessa ad una tribù o gruppo  viene segnalata da abiti e/o accessori e permette di riconoscere anche in mezzo alla folla quelli come noi, ad es. indossare la maglietta della squadra del cuore oppure indossare il cappellino del fan club a cui si appartiene.

Non meno importante è segnalare la nostra posizione nella gerarchia sociale cosa che, ad esempio,  permetteva  alla lavandaia di rivolgersi in maniera ritenuta socialmente appropriata ad una sua collega o ad una nobildonna. Oggi magari la nobildonna è stata sostituita dalla giudice e la lavandaia dalla colf ma la sostanza non cambia.

In natura, durante la stagione degli amori i maschi lottano e competono per stabilire una gerarchia e le femmine si accoppieranno con quelli risultati vincitori. Negli animali sociali, primati inclusi, ognuno ha una sua posizione definita nel gruppo di appartenenza e l’homo sapiens non fa eccezione. Il sistema permette di limitare i conflitti ai soli momenti in cui qualcuno decide di salire di livello entrando in competizione con altri ritenuti abbordabili evitando uno stato di conflitto permanente con continui tentativi di rimettere in discussione le gerarchie da parte di elementi che non hanno alcuna possibilità di vincere.

Anche segnalare il proprio stato civile è essenziale. La prostituta veste in maniera tale da segnalare la sua disponibilità  e permettere in questo modo ai possibili clienti di avvicinarsi senza remore  e contrattare la prestazione. E’ altrettanto importante per la ragazza single segnalare con la scelta dell’abbigliamento  la disponibilità a prendere in considerazione eventuali proposte di matrimonio o quantomeno la ricerca di un partner oppure la ricerca di sesso occasionale.  Al contrario l’abbigliamento della donna sposata è sempre stato finalizzato a disincentivare proposte di tipo sentimentale/sessuale.

Alla base di tutto c’è  un dato di fatto verificato da diverse ricerche ovvero noi ci facciamo una opinione della persona che abbiamo di fronte in un tempo compreso tra un decimo di secondo e cinque minuti e questo processo è determinato sia dalle convenzioni, (ad es. vestito castigato uguale a donna sposata o non interessata a nuove relazioni oppure giacca e cravatta o tailleur uguale a consulente finanziario o dirigente), sia da criteri soggettivi quale somiglianza con una persona conosciuta o vecchie esperienze e ricordi.  La sperimentazione sul campo ha dimostrato senza ombra di dubbio che la stessa persona vestita in maniera differente generava reazioni diverse, ad esempio difficilmente considereremmo credibile come cantante rock un tizio in giacca e cravatta e men che meno affideremmo i nostri risparmi ad un tizio con maglietta improbabile e tatuaggi diffusi su tutto il corpo.

Da un punto di vista evolutivo il meccanismo ha assolutamente senso perché in un ambiente ostile bisogna in pochi istanti capire se da quella persona che ci troviamo di fronte potremmo subire una aggressione o se appartiene al nostro villaggio oppure è un estraneo.

Il vero problema è che mentre in pochi istanti elaboriamo un giudizio, (positivo o negativo), su una persona ci mettiamo invece moltissimo tempo, (talvolta mai), a cambiarlo qualora la conoscenza ci fornisca ottimi motivi per farlo.

Il sistema è sicuramente manipolabile e non offre sempre le giuste garanzie, ad es. il truffatore veste sempre in giacca e cravatta per rendersi credibile,  però è il sistema che da sempre l’homo sapiens utilizza e che per molto tempo continuerà ad usare e per questo motivo conviene usare un abbigliamento adatto all’immagine che vogliamo dare di noi adeguandoci alle convenzioni in uso perché inconsapevolmente gli altri useranno il nostro modo di vestire per farsi una idea sul chi siamo e cosa cerchiamo o desideriamo.

Ettore Panella

nota:  la foto è tratta dal film Totò truffa

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