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Gastone Paperone
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Cos’è la fortuna? E’ veramente qualcosa di soprannaturale che si diverte a torturare alcuni e a beneficiare altri? E’ possibile trasformare lo iellatissimo Paperino nell’odiosamente fortunato Gastone? Lo psicologo Richiard Wiseman ha studiato approfonditamente il fattore fortuna spiegandone i segreti e suggerendo degli ottimi esercizi per diventare fortunati.

 

L’articolo “nella tempesta cerco un arcobaleno” mi aveva permesso di indagare cosa permettesse ad alcune persone colpite da gravi problemi di risollevarsi e trarre addirittura vantaggio dalla disgrazia.  Gli studi di Al Siebert sui sopravvissuti sono stati il filo conduttore di quell’articolo.  Quel lavoro mi ha, come spesso accade, stimolato delle nuove domande su cosa fosse la fortuna, un tema sicuramente meno drammatico ma ugualmente interessante.

Richiard Wiseman ha studiato per anni questo aspetto dell’esistenza umana raccogliendo le sue conclusioni nell’ ottimo libro “fattore fortuna”.  Il test iniziale offre al lettore l’opportunità di capire se si appartiene al gruppo degli iellati, dei neutri o dei fortunati. Compilando il proprio diario della fortuna sotto la guida esperta dell’autore e svolgendo con diligenza gli esercizi allegati ad ogni capitolo anche il nostro sfortunato Paperino potrà trasformarsi nel fortunato Gastone, (si spera senza perdere la sua simpatia),     Proprio così, avete capito bene, diventare fortunati si può! Certo non è facile come comprare un ferro di cavallo o fare dei gesti scaramantici ma con il giusto impegno e determinazione nel seguire i consigli ed eseguire gli esercizi si può dare una svolta fortunata alla propria vita.

Cos’è la fortuna?

Richiard Wiseman ha dimostrato, organizzando una lotteria, che in realtà i premi venivano vinti sia da persone  appartenenenti al gruppo di chi si considerava fortunato sia da persone appartenenti al gruppo di quelli che si consideravano iellati senza misurare particolari divergenze tra i due gruppi. Nella vita però sono pochi gli eventi su cui non abbamo alcun controllo e soprattutto le nostre convinzioni e il nostro atteggiamento mentale incidono in maniera determinante su come molte situazioni di per sè neutre potranno evolvere in fortunate o infauste. L’autore ha individuato quattro principi e dodici sottoprincipi che marcano la differenza tra Paperino e Gastone, vediamoli brevemente nel dettaglio.

1° principio: Cogliere al volo le occasioni offerte dal caso

a) i fortunati costruiscono e alimentano una solida rete della fortuna

Richiard Wiseman ha osservato che chi si ritenesse fortunato fosse più estroverso di chi invece ritenesse di essere sfortunato.   I fortunati frequentano un maggiore numero di persone ma soprattutto mantengono contatti stretti con più persone cercando di approfittare di ogni occasione per conosce nuova gente. L’esempio che porta lo psicologo è interessante, sappiamo che in genere una persona mantiene un numero di contatti pari più o meno a 300 persone (un po’ la popolazione dei primi villaggi che per millenni hanno ospitato gli esseri umani). Se ad una cena mi trovo seduto con 10 persone vuol dire che sono ad una stretta di mano da 3000 persone, (in realtà diverse persone potrebbero avere qualche contatto in comune ma questo non inficia l’esempio), quindi se in quella serata dico di voler comprare un’auto usata allora i miei commensali potrebbero fare una veloce ricognizione mentale tra le proprie conoscenze per verificare se qualcuno tra queste vuole vendere la sua auto.  In parole povere, se ho una rete di amicizie molto vasta è molto più facile avere informazioni utili atte a fare buoni affari o a risolvere un problema.

b)  I fortunati hanno un atteggiamento rilassato verso la vita

Gli iellati sono soggetti più nevrotici rispetto ai fortunati. Il fortunato ha un atteggiamento rilassato verso la vita e questo gli permette di vedere occasioni dove il nevrotico non vede nulla perchè ossessionato dai bisogni contingenti. Richiard Wiseman ha fatto un esperimento molto interessante: ha dato ad una serie di persone un giornale pregandoli di contare tutte le foto presenti. Nessuno si era accorto che metà della seconda pagina   (quindi non la solita scritta microscopica in un angolo) era occupata da una scritta a caratteri cubitali che diceva: smetti di contare ci sono 43 foto. Cosa ancora più sorprendente a metà giornale c’era un’altra scritta a caratteri cubitali che diceva: smetti di contare e dici allo sperimentatore che hai vinto cento sterline.  In pratica nessuno aveva notato le occasioni che gli venivano proposte solo perchè era troppo occupato a fare altro.

Volendo fare un esempio pratico possiamo pensare a quella frase che viene sempre detta a coloro che si disperano del fatto di essere single: “Quando meno te lo aspetti l’amore arriverà.”  Molti di voi avranno sperimentato l’esattezza di questa affermazione e soprattuto adesso vi sarà chiaro il perchè. Chi vive l’ansia della ricerca non nota quei sottili segnali di interesse che l’altro può lanciarci proprio come le persone oggetto dell’esperimento non riuscivano a vedere occasioni molto evidenti.

c) I fortunati sono aperti alle nuove esperienze

L’apertura mentale è una dote molto importante. I fortunati amano l’imprevedibilità della vita, cercano nuovi posti, assaggiano volentieri cose nuove sono disponibili a seguire strade nuove. Lo sfortunato invece tende a fare sempre le stesse cose, andare in vacanza nello stesso posto, mangiare le stesse cose ecc.  E’ come gettare sempre la rete nello stesso posto, alla fine le risorse si esauriscono ed è sempre più difficile e faticoso ottenere qualcosa di buono, gettando la rete in posti sempre diversi invece è più probabile trovare risorse ancora non sfruttate.

 

2° principio: Ascoltare le intuizioni

a) i fortunati seguono le intuizioni e i presentimenti

Il ruolo delle intuizioni è molto controverso però secondo Wiseman i fortunati dicono di seguire molto l’intuito mentre gli sfortunati non gli danno ascolto.

Gli uomini primitivi correvano spesso il rischio di diventare pasto per altri animali o perdere la vita improvvisamente. Quando l’ esistenza è appesa ad un filo diventa essenziale essere capaci di “fiutare” il pericolo ovvero di intuire la minaccia utilizzando poche informazioni. Proprio per garantire la sopravvivenza i neuroni non smettono mai di funzionare anche oggi che abbiamo ben poche probabilità di imbatterci in una fiera.

Oggi come centinaia di migliaia di anni fa, senza accorgercene, il nostro cervello raccoglie molte informazioni che memorizza. In qualsiasi situazione ci troviamo il nostro cervello cercherà analogie con esperienze già vissute. Quello che chiamiamo intuito o presentimento può essere semplicemente  il ricordo inconsapevole di situazioni simili in cui ci siamo imbattuti.  Ovviamente  Wiseman non  invita a seguire acriticamente le intuizioni  ma  suggerisce di prenderle in seria considerazione.

Perchè non seguiamo il nostro istinto? Talvolta il desiderio di trovare l’amore ci spinge a sottovalutare dei chiari segnali di incompatibilità oppure il desiderio di diventare ricchi ci può portare a trascurare quel campanellino di allarme che ci suona in testa cadendo in tranelli spesso molto evidenti.  Nel lavoro l’esperienza conta parecchio proprio perchè in fondo immagazziniamo molte più informazioni di quanto immaginiamo e al momento opportuno vengono ripescate dandoci quella che riteniamo l’intuizione vincente.

Sulle premonizioni si è ultimamente acceso un dibattito nel mondo scientifico dopo la pubblicazione dello studio condotto da Daryl J. Bem. su oltre mille individui.  In questo studio molto accurato il 53% delle persone ha previsto cosa avrebbe fatto il computer, ovvero il 3% in più rispetto a quello che sarebbe stato lecito attendersi nel caso di risposte casuali. il 3% non è una percentuale capace di dimostrare l’esistenza delle premonizioni però è una percentuale simile a quella che ha fatto decidere di usare l’aspirina come strumento di prevenzione degli infarti.

b) I Fortunati si danno da fare per potenziare l’intuito

Non si tratta di cose esoteriche, esistono tecniche per potenziare le nostre risorse mentali e sgombrare la mente dai pensieri, magari per analizzare con calma un problema che ci angustia, senza lasciarci prendere da quella che viene chiamata “ruminazione” ovvero il ripensare ossessivamente ai propri problemi.   Seligman considera addirittura la ruminazione uno dei “detonatori” della depressione.

Meditare o passeggiare nella natura sono alcune delle tecniche più popolari tra i fortunati.  Tra l’altro lo staff del dott. Fadel Zeidan del Wake Forest Baptist Medical Center di Winston-Salem, in North Carolina ha sperimentato l’efficacia della meditazione per contrastare il dolore ottenendo un risultato sorprendente, le 15 persone che hanno fatto da “cavia” hanno mostrato una riduzione dal 40 al 60 per cento dell’intensità e del disagio relativo al dolore percepito. E’ stato inoltre dimostrato che meditare con regolarità può migliorare già dopo tre mesi le capacità di attenzione e concentrazione.

 

3° principio: Essere ottimisti

a) I fortunati sono convinti che la buona sorte continuerà ad assisterli in avvenire.

Gli sfortunati sono convinti che il destino si accanirà contro di loro e qualora  si presenti un colpo di fortuna essi lo considereranno effimero e anzi potrebbero addirittura convincersi che proprio l’arrivo di un evento fortunato sarà all’origine di altri eventi sfortunati.  I fortunati, al contrario, ritengono che il loro destino sarà radioso e che gli eventi sfortunati che capiteranno saranno effimeri e senza conseguenze catastrofiche e ciò influenzerà non poco la vita delle persone in diversi modi. Supponiamo di trovarci in una situazione sociale dove ci teniamo a fare bella figura ma purtroppo inciampiamo e cadiamo goffamente.  Una persona che considera la sfortuna effimera si rialzerà con nonchalance e magari farà un paio di battute. Certo non è stato bello cadere così ma nessuno è mai stato fucilato per questo. Se lo stesso evento accade invece ad una persona convinta di essere particolarmente ben voluta dalla iella allora diventerà paonazza dalla vergogna, col suo comportamento sottolineerà più volte l’accaduto e avrà difficoltà nel proseguire brillantemente la serata se non addirittura fuggirà via.  Molto più insidiose sono le cosiddette profezie autoavveranti ovvero se si è convinti che qualcosa dovrà accadere allora inconsapevolmente si porranno le condizioni affinchè quell’evento si verifichi. In pratica se siamo convinti che qualcosa dovrà andarci storto allora è molto probabile che senza rendercene conto faremo capitare dei contrattempi sfortunati. ad esempio, se siamo convinti che dovremo soffrire di gravi disturbi saremo poco motivati a fare prevenzione.

 

b) I fortunati cercano di raggiungere i loro obiettivi anche se le probabilità di successo sono scarse e non si arrendono di fronte ai fallimenti.

Una vecchia barzelletta diceva che da mesi una persona andava davanti alla statua di San Gennaro e si lamentava perchè non aveva fatto uscire il suo terno al lotto.  Il santo, ormai reso esausto da tanta insistenza, sbottò: io il terno voglio anche fartelo vincere, ma tu giocalo almeno una volta!

In pratica molto spesso gli sfortunati gettano la spugna troppo presto o addirittura non tentano neppure. Se l’esame andrà male allora perchè andarlo a sostenere?  perchè partecipare al concorso se si è sfortunati? Ma se non si partecipa la probabilità di non vincere è del 100%, partecipando potrà essere bassissima ma mai del 100%.  Spesso i fortunati creano semplicemente più occasioni per avere fortuna.

 

c) I fortunati si aspettano che le interazioni con gli altri siano propizie e vantaggiose

Un’altra caratteristica che contraddistingue i fortunati è che questi si aspettano di incontrare persone interessanti o competenti mentre gli iellati partono dal presupposto che incontreranno persone noiose o incompetenti.  Questa cosa non ha conseguenze da poco, si tratta delle cosiddette profezie autoavveranti perchè il nostro approccio condiziona quello dell’altro. Se siamo aperti, cordiali e sorridenti saremo attrattivi e gli altri che incontreremo saranno motivati ad essere cordiali e disponibili, se invece avremo un atteggiamento chiuso saremo respingenti e demotiveremo gli altri ad avvicinarsi.

Alcuni ricercatori hanno testato questo principio con alcuni interessanti esperimenti (Confirming first impressions in the employment interview – Dougherty TW, Turban DB, Callender J.C.) uno di questi prevedeva  dei colloqui di lavoro simulati. Ai selezionatori davano la scheda di una persona mettendoci una nota del tipo molto qualificato o poco qualificato, (le note venivano messe a casaccio). Quando i selezionatori pensavano di avere davanti una persona molto qualificata lanciavano inconsapevolmente molti segnali positivi, erano molto distesi e affabili e il candidato stabiliva una buona intesa, sorrideva parecchio e faceva una figura migliore. Quando i selezionatori pensavano di avere a che fare con un candidato poco qualificato lanciavano, senza accorgersene, segnali negativi ed erano meno incoraggianti rendendo il candidato meno disteso  portandolo quindi a fare una figura peggiore.

 

4° principio:  Trasformare la sfortuna in fortuna

Ogni persona fortunata, senza rendersene conto applica delle tecniche psicologiche per minimizzare gli eventi sfortunati e addirittura trarne vantaggio.

a) i fortunati vedono il lato positivo della vita

Una caratteristica dei fortunati è quella di usare il pensiero controfattuale ovvero immaginare quello che sarebbe potuto succedere e non quello che è realmente successo. In pratica il fortunato non guarda ai danni che ha ricevuto ma a quelli che avrebbe potuto ricevere se le cose fossero andate peggio e comparando le due cose scoprire che il saldo è ovviamente positivo. Il valore di questa tecnica ho avuto modo di sperimentarla proprio in questi giorni quando la ho applicata in maniera consapevole. Nel primo pomeriggio sono andato, come ogni giorno, a trovare mio padre e pur dovendo andare poi in palestra ho deciso di non portare con me la borsa preferendo passare prima per casa. Di fronte alla porta dell’abitazione  scopro con estremo disappunto che la serratura della porta di sicurezza era rotta e quindi di non poter aprire dall’esterno. Fortunatamente mia moglie si stava preparando per uscire ed è venuta lei ad aprirmi. Come accade nei migliori film comici il problema si è verificato di sabato per cui la serratura  avrebbe potuto essere sostituita solo il lunedì successivo. Tutti i nostri programmi erano saltati, abbiamo dovuto fare i turni per uscire proprio la domenica che riserviamo a stare insieme. Mentre mia moglie si lamentava della iella io le ho detto:

ma se  invece di tornare a casa fossi andato, come più logico, direttamente in palestra tu ti saresti accorta della serratura rotta troppo tardi quando dopo aver chiuso la porta avresti tentato di dare qualche mandata. A quel punto come avremmo fatto? Sarebbero dovuti intervenire i pompieri, forzare una finestra e comunque avremmo dovuto fare i turni ed attendere il lunedì.

Devo dire che mi sono sentito fortunato e se non fosse stato per questo articolo avrei buttato nel dimenticatoio questo evento.   Chiaramente questa è una piccola cosa rispetto all’esempio di Wiseman dove una persona ferita ad un braccio da un colpo accidentale durante una rapina  si riteneva miracolato perchè il proiettile avrebbe potuto ucciderlo e non ferirlo.

 

b) I fortunati sono convinti che a lungo andare le sventure in cui si imbattono si risolveranno nel migliore dei modi.

Una antica storia che su internet gode di grande pubblicità è la seguente:

In un paesino della Cina un ragazzo compie gli anni e gli viene regalato un bellissimo cavallo bianco.
La gente dice: “che fortuna per questo ragazzo”
Il saggio dice “vedremo”.
Il ragazzo dopo alcuni mesi cade da cavallo e si rompe una gamba.
La gente dice: “che disgrazia per questo ragazzo”.
Il saggio dice “vedremo”
Dopo un pò di tempo scoppia una guerra; tutti i ragazzi vengono richiamati alle armi, tranne il nostro ragazzo, che ha la gamba troppo malconcia.
La gente dice: “che fortuna per questo ragazzo”.
Il saggio dice “Vedremo”

I fortunati si concentrano sulle conseguenze positive apportate da un evento almeno apparentemente sfortunato. Con questa tecnica riescono ad affrontare meglio gli eventi negativi in quanto sono convinti che si risolveranno comunque in positivo.

c) I fortunati non rimuginano sulla sfortuna

Lo iellato tende a concentrarsi troppo sugli eventi sfortunati e questo porta e entrare in circolo vizioso per cui più si pensa alla propria sfortuna più si è tristi ma più si è tristi più la mente tende a ricordare e ripescare in memoria gli eventi sfortunati e così via.  Il fortunato viceversa si concentra sugli eventi positivi e questo crea buon umore che porta a ricordare altri eventi positivi innescando un circolo virtuoso.

d) I fortunati si danno da fare per evitare altra sfortuna in futuro

Lo psicologo Edward de Bono introdusse il concetto di pensiero laterale per indicare la capacità di risolvere i problemi mediante intuito e fantasia piuttosto che con la ragione. L’idea alla base del pensiero laterale è che un problema può avere diverse soluzioni e che talvolta per risolverlo basta cambiare la prospettiva da cui lo si osserva.  Chi pensa di essere sfortunato tende a mollare troppo presto senza cercare di guardare al problema da un punto di vista diverso cercando soluzioni fantasiose come invece fa una persona intimamente convinta di essere fortunata, anzi per il fortunato le avversità sono sfide da superare.  Il fortunato cerca di fare tesoro degli eventi negativi sforzandosi di capire i propri limiti e le strategie per superarli imparando dagli errori mentre gli sfortunati in genere cercano di autoassolversi trovando negli altri o nella malasorte il motivo della loro sconfitta e si affidano a metodi inefficaci.  Se quando esci con la tua auto fai incidenti a ripetizione dovresti porti il dubbio sulle tue capacità di guida piuttosto che riempire l’abitacolo di porta fortuna e amuleti.

 

Conclusioni

Se il lavoro di Richiard Wiseman vi ha convinti è il caso di leggere fattore fortuna ma soprattutto svolgere diligentemente i suoi test e fare i suoi esercizi. La vostra vita può prendere svolte inattese.

Ettore Panella

 

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Questo articolo ha 24 commenti

  1. da iellato

    sono tutte incredibile fesserie! Il dottor rich… come si chiama 😆 ,sicuramente non è sfortunato. Da come la vedo io, i fortunati sono gente cretina e ignorante, non fa un cavolo e le cose gli cadono dal cielo.

  2. Andre

    Davvero molto interessante ! 😉

  3. FERDINANDO

    SONO PIENAMENTE D’ACCORDO

  4. Giorgio

    Ottimo ragionamento psicologico

  5. felice

    ringrazio il primo commentatore iellato mi ha dato conferma che quello che ha scritto Panella e’ vero! persone come me e voi siamo pessimisti pesanti vediamo tutto nero! e’ per questo che poi non andiamo da nessunea parte tutto lasciato a meta’ senza ne capo ne coda…mi sento male solo arileggere quello che ha scritto lo iellato provo frustrazione meno male che non ti conosco porti sfiga! scusami te lo dovevo dire! ciao a tutti!

  6. giuseppe

    tu cose storte non ne hai mai avute e?non sai niente di sfortuna,sono contento per te che stai bene e non hai la cognizione di fortuna.noi sfortunati viviamo la vita vera,voi vivete in un oblio che non è reale

  7. Marta

    Proprio un articolo interessante e coinvolgente 🙂
    Se si parte con positività potrebbero succedere cose che con la negatività neanche ci si sogna.

  8. matt

    Io non credo molto nella fortuna, anche se senza dubbio può aiutare…credo nel talento e nella capacità dell’individuo, secondo me l’unica cosa che possiamo attribuire alla fortuna e che purtroppo non possiamo farci molto è quella di avere dei genitori bravi che ti supportino, a volte può fare la differenza

  9. una sfortunata.

    Non so voi, ma io mi ritengo sfortunata e comunque non mi arrendo. Combatto, vado controcorrente perché lasciarmi trasportare porterebbe al fallimento inevitabile…ma qualsiasi sia lo scopo, dal trascorrere una semplice giornata al preparare una vacanza all’inserirsi in un contesto lavorativo, ci sono sempre troppi ostacoli l’uno dietro l’altro. Il fortunato ha già i mezzi per abbatterli o deviarli. Lo sfortunato stringe i denti e anche se stremato si prepara a scavalcare. E nel frattempo magari si rompe anche qualcosa.

  10. Luciano

    Ma davvero esiste la Fortuna (e la Sfortuna) o sono solo concetti astratti, tante volte accampati per fornire un alibi ai nostri fallimenti? Siamo davvero in balìa degli eventi, o è vero ciò che asseriva il latino Appio Claudio Cieco, e cioè che è l’uomo ad essere il costruttore della sua fortuna (“Homo faber fortunae suae”). Per inciso, questo proverbio vecchio di 2300 anni riassume in quattro semplici parole le conclusioni a cui è arrivato Wiseman dopo un lungo e (suppongo) laborioso esperimento. Fatica sprecata. E comunque, queste conclusioni possono valere per situazioni in cui la nostra volontà ha un’effettiva capacità di incidere. Esistono invece tante situazioni in cui la nostra volontà non incide proprio per nulla. Faccio un esempio, il primo che mi viene in mente. Anni fa, esattamente il 26 dicembre 2006, una donna fu colpita alla testa da un palo della luce mentre era in motorino sul lungomare di Via Caracciolo. La donna muore sul colpo, nonostante avesse il casco.
    Bastava che il lampione cadesse 10 centimetri più avanti o 10 centimetri più dietro (fattore spazio) oppure che passasse in quel punto 1 secondo prima o 1 secondo dopo (fattore tempo) e la donna si sarebbe salvata. E’ pacifico che in questo caso la volontà dell’individuo è un fattore che incide zero. Trattasi di pura sfortuna. O del Destino (infausto in questo caso) per chi ci crede.
    E quando una persona vince una lotterìa, tipo il Superenalotto? Anche in questo caso la volontà dell’individuo incide zero. Trattasi di Fortuna pura.
    Siamo arrivati quindi a un punto fermo, direi inoppugnabile. La Fortuna e la Sfortuna esistono davvero. E questo fatto lo trovo in qualche modo inquietante. Perché significa ammettere, in buona sostanza, l’esistenza di forze esterne, appartenenti a un’altra dimensione, a noi sconosciuta, che sfugge totalmente agli schemi percettivi sensoriali che regolano le comuni facoltà conoscitive dell’uomo. Un qualcosa di trascendente, per dirla con Kant. Dio forse? Non lo so, su questo punto mi sono sempre definito quantomeno agnostico. E tuttavia, per quanto detto finora, qualche cosa c’è….

    1. Autore

      In realtà stai esplorando il concetto di destino più che di fortuna o sfortuna. In pratica fai di fatto riferimento alla massima:
      Il destino guida chi acconsente, trascina chi si oppone.

      Su questo sono in realtà d’accordo, secondo me ognuno si muove entro un recinto prestabilito, alcuni nascono in famiglie agiate altri in ambienti degradati ecc. Perchè avviene ciò? Può essere il frutto del caso per alcuni o di un progetto inconoscibile per altri.
      Però anche nella massima citata si fa riferimento alla disposizione d’animo con cui si accetta il proprio destino, prenderne atto permette di vivere serenamente, cercare di opporsi, almeno secondo gli antichi romani, non è utile.
      In realtà il tipo di fortuna o sfortuna a cui fa riferimento Wiseman non si riferisce ad un eventuale progetto intelligente ,( per sua natura è inconoscibile), ma fa riferimento alla quotidianità dove a fare la differenza è solo l’approccio. Ad es. pensare di essere sfortunati in partenza ti impedirà di aprire una impresa come pensare di essere fortunato ti farà sottovalutare i pericoli e i problemi.

  11. romi

    Io so solo che da quando sto con lui……mi va male.tutto.e’ negativo e sono tre anni che non riesce a sollevarsi nel lavoro mi deprime e dice che il suo insuccesso e colpa mia..ma sapete che penso..che e’stata molto fortunato con il carattere che a gli sarebbe potuto andare peggio…illuso

    1. Autore

      Se realmente pensate di portarvi vicendevolmente sfortuna io mi domando che aspettate a separarvi o al limite, se proprio ci tenete, a rivolgervi ad un terapeuta di coppia visto che ho seri dubbi sul fatto che possiate uscire da soli dal tunnel di negatività in cui siete finiti.

  12. luisa

    Beh io sono passata da fortunata inconsapevole a ” sfortunata ” consapevole ! Ce l’ho messa tutta ! E sì che di occasioni ne ho avute ma mi ero convinta che dovevo essere tormentata……… era la moda del tempo ( anni 70 ) ! Ringrazio l’autore per questa perla di saggezza che tante persone senz’altro stanno già mettendo in pratica !

  13. #martino

    buongiorno, l’articolo è interessante , mi ha fatto riflettere e tuttavia mi trovo in disaccordo su alcuni punti: forse alla base di tutto questo argomento così come è posto si potrebbe parlare piu di ottimisti e pessimisti anziché di fortunati e sfortunati;
    quando si parla ad esempio di chi va in vacanza ogni anno nello stesso posto , conosco gente che cambia posto ogni anno e ogni volta torna insoddisfatto.
    credo che se si parla di fortuna si debba intendere tutto cio che ti capita all’improvviso, inaspettatamente e gratuitamente ( solo per citare alcuni esempi) : ricevi in regalo del denaro da uno sconosciuto o ne trovi per strada , un regalo o un’eredità inaspettata e cosi via.. cioè nel mio modesto parere qualcosa di straordinario ed eccezionale e non il risultato di un lavoro per far si che accada, secondo me in quel senso si può parlare di fortuna. se ci devo lavorare su (cosa giustissima e doverosa) si tratta secondo me del risultato di un giusto impegno di chi con atteggiamento positivo e ottimista si pone un piccolo o grande obbiettivo.
    poi come utilizzerò questo traguardo raggiunto (o nel caso della fortuna piovuto dal cielo) sarà di nuovo un discorso di ottimismo , atteggiamento positivo e intraprendente. penso a chi ad esempio nasce che so a Montecarlo , e senza ancora aver compiuto un anno ha gia un destino “fortunato” segnato in teoria, un conto in banca , magari case gia intestate etc e chi nasce in una situazione di disagio sociale o economica e comunque in un posto che offre poche opportunità e anch’egli ha in teoria un destino quasi segnato. se il primo sperpera la fortuna che si è ritrovato e il secondo si riscatta e riesce lo stesso a combinare qualcosa nella vita o viceversa non credo sarà questione di fortuna o sfortuna bensì di altri fattori ma alla base di queste due vite ci sarà una dose di fortuna o sfortuna che gli è piovuta dal cielo e che comunque puo aiutare a instradare una vita nel bene o nel male . grazie per l’articolo che mi ha fatto riflettere, buona giornata a tutti

  14. Sandra

    Non sono assolutamente d’accordo con il Dott. Richiard Wiseman !!!
    Io penso che una persona nasce con un destino già scritto, magari possiamo anticipare o posticipare un evento, ma non potremo mai evitarlo Di conseguenza ci sono persone fortunate e no! Io come avrete capito appartengo a quelle sfortunatissime!!!!
    Ho 56 anni (quindi buona parte della mia vita l’ho già vissuta) e non ho mai avuto un evento fortunato, in nessun aspetto: salute, lavoro, nucleo famigliare, soldi, ecc. L’unica fortuna l’ho avuta in amore, ho conosciuto una persona stupenda, 33 anni fa, con cui spero di camminare mano nella mano, fino alla fine!!!
    La vita non vale la pena di viverla, siamo troppo un “CASO” !!!!!
    Poi auguro buona giornata e buon percorso, a tutti quelli che la pensano contrariamente a me.

    1. Alessio

      Hai perfettamente ragione, ormai è pieno di psicologi che per pagarsi la pagnotta inventano cavolate di questo genere, la verità è che oggi per stare bene devi avere una famiglia che ti ha messo nelle condizioni di poterlo essere, se non hai già questa fortuna sei fregato in partenza. E’ come cercare di fare una corsa di auto con il motore fuso in partenza, perdi e stop.

  15. Alessio

    SI peccato che nella sytragrande maggiornaza i fortuna sono persone che hanno avuto in eredità dai genitori soldi, case e nell’ eventualità anche un lavoro…con tutta la calma e al tranquillità di un ambiente familiare consono, hanno potuto studiare e qualsiasi cosa cerchino di fare la fanno bene perchè hanno un’ approccio rilassato per merito delle situazioni, mentre uno sfortunato il più delle volte ha situazioni familiari ed economiche alle spalle disastrose, genitori assenti, assenza di guide, clima familiare precario, necessità di un “tetto sopra la testa”…si capisce che in queste condizioni di stress iniziale diventa un po’ improbabile riuscire bene in qualcosa…nella mia vita non ho ancora conosicuto una persona che da una situazione come questa sia riuscita a tirare fuori qualcosa di buono, mentre vedo che chi rientra nella prima categoria “stranamente” riesce in molteo cose. PIantiamola di essere ipocriti, in una scoeità capitalista come la nostra va avanti chi sta bene economicamente e stop.

      1. Mauro tarantino

        mi sembra impossibile

  16. Mauro tarantino

    la sfortuna esiste non date retta a quello che c’è scritto in questo benedetto articolo e in certi casi continua all’infinito sensa prospettive, rimedio, speranze, possibilità ostacolando i nostri sforzi obbiettivi sminuendo noi stessi e i nostri sforzi

  17. Giovanna

    Si, anch’io mi ritengo poco fortunata assai (in qualsiasi campo e ve lo posso confermare ho 41 anni) o come si suol dire con la fortuna nel culo o che. Diciamo che per chi non ha questo le cose (tutte e qualsiasi) se le deve guadagnare eccome facendo stra-fatica. Gli altri secondo me non facendo un emerito cazzo e senza fare fatica ottengono le cose. Come dice sempre la mia parrucchiera a me la vita non ha mai regalato nulla e così deve essere perchè altrimenti non da un buon insegnamento. Qualsiasi cosa uno faccia stai pur sicuro che se la fanno gli altri gli va sempre bene per gli altri meno “fortunati” o tali no o meglio fanno fatica.

  18. LavoroItalia2022

    “Noi e i nostri genitori la guerra non l’abbiamo vista. O meglio non l’avevamo vista ancora. Ho sempre pensato di essere un cavaliere che sfida a duello rusticano la morte. Restituire l’anima a chi l’ha perduta, mi spiegavano da studente fosse il significato di Rianimazione. Macche, fine del film di 30 anni di professione. Fine del delirio di onniscienza e onnipotenza. Il duello non e piu rusticano, non e piu uno a uno. Il nemico adesso ti accerchia, sembra come in quei film dove per ognuno che fronteggi, dieci ne spuntano da tutte le parti. Puoi solo contenere o abbandonare, e tu, colpito mille volte, non sai neanche perche non muori. Forse per vedere, forse per testimoniare un’umanita che si affanna, che si stringe, che lotta, che sviene, che piange e poi riparte. Forse per vedere la paura di chi curi e quegli occhi che non dimenticherai piu, incredibilmente dignitosi come se sapessero che stai facendo il massimo. Quando questo accadra chi si e ammalato capira tante cose e chi ha curato sara un medico o un infermiere migliore. Ma il vero valore sara cio che tutto il resto dell’umanita, che per sua fortuna ne e rimasta fuori, dovra cogliere: il valore della solidarieta, dell’unione, dell’inutilita di moltissime cose e della grandezza di poche.”

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