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Esistono dei quesiti che appassionano e che alimentano discussioni infinite tra diverse fazioni di tifosi. Talvolta con ironia, talvolta con asprezza, le discussioni di questo tipo appaiono frequentemente sui social network, vediamo quindi quali sono le conoscenze scientifiche attuali.

 

 

E’ più intelligente l’uomo o la donna? Bel quesito, anche perché è già difficile definire cosa sia l’intelligenza. Contrariamente a quanto pensano le fazioni più intransigenti, in natura non ha senso una specie in cui un sesso sia migliore dell’altro ma ha più senso che in una specie i due sessi siano maggiormente specializzati in qualcosa. Se realmente le donne fossero migliori degli uomini o viceversa la specie umana non sarebbe mai riuscita a superare gli ostacoli dell’evoluzione.

Questo premesso torniamo al quesito per notare che il cervello dell’uomo è mediamente più grande almeno del 10% rispetto a quello della donna. A chi considera questo dato una prova della maggior intelligenza maschile la fazione opposta ribatte che il cervello femminile ha una maggiore densità neuronale, in pratica i neuroni stanno più stretti ma non sono di meno.

In realtà non esiste alcuna prova inoppugnabile che un cervello più grande implichi maggiore intelligenza e comunque va notato che in media anche fisicamente gli uomini sono più grandi delle donne. Bisogna anche dire che la densità neuronale può essere un criterio fuorviante, Einstein aveva una densità neuronale minore rispetto ad un uomo normale ma non è certo passato alla storia per essere stupido. Non conta solo il numero di neuroni ma anche come questi interagiscono.

Secondo gli psicologi evoluzionisti, uomini e donne si sono specializzati e risultano in media più portati in ambiti diversi. Simon Baron Cohen nel suo libro “questioni di cervello” ha mostrato che in media le donne tendono ad essere più empatiche e quindi a trovarsi più a loro agio in attività che coinvolgono la relazione con gli altri mentre gli uomini ad essere in media più sistematici e quindi ad avere mediamente  risultati migliori in cose quali la meccanica e la matematica.

L’Università di Salisburgo (Austria) ha monitorato alcune donne con la risonanza magnetica durante le varie fasi del loro ciclo arrivando alla sorprendente conclusione che le dimensioni del cervello femminile variano aumentando finanche del 2% nel periodo che precede l’ovulazione per poi tornare alle dimensioni usuali. Le aree soggette a crescita temporanea sono quelle dedicate alla localizzazione spaziale e al riconoscimento dei volti. (fonte Focus settembre 2010). Evidentemente nelle centinaia di migliaia di anni in cui gli esseri umani si sono evoluti era fondamentale per le donne in periodo fertile aumentare la loro capacità di muoversi nelle foreste e di riconoscere gli uomini con le caratteristiche più adatte a generare una prole sana. Finito il periodo ovulatorio la donna perde queste capacità aggiuntive per riacquistarle al giro successivo.

Fin qui ci siamo limitati a cercare di capire se in media l’intelligenza di un sesso fosse maggiore rispetto a quella dell’altro ma potremmo trovarci di fronte ad uno scenario diverso, l’intelligenza dei due sessi è in media uguale ma è diversa la distribuzione. Illuminante è l’intuizione della dottoressa Susan Pinker che nel suo libro “il paradosso dei sessi” scrive:

Non esiste un Mozart femmina perchè non esiste un Jack lo Squartatore femmina scriveva la critica della società Camille Paglia e la sua battuta allude ad una verità biologica. In confronto alle donne ci sono più uomini estremi. Sebbene i due sessi siano uguali nella maggioranza delle aree, compresa l’intelligenza, ci sono meno donne che uomini ai capi estremi della linea di distribuzione normale[…] i punteggi medi per il gruppo sono più o meno gli stessi delle donne, ma i punteggi individuali sono più sparsi. Ci sono cioè più uomini davvero stupidi e più uomini intelligentissimi, più uomini estremamente pigri e più uomini disposti ad ammazzarsi di lavoro.

La dottoressa Pinker cita il titanico lavoro dello psicologo Ian Deary che ha esaminato con la sua equipe circa 80.000 bambini nati in Scozia nel 1921. Anche loro hanno riscontrato che a 11 anni i quozienti intellettivi di maschi e femmine non presentavano differenze in media però era inequivocabile che c’erano più ragazzi agli estremi inferiori e superiori.

 Altro dato convergente verso questa ipotesi ci è dato dal progetto PISA (programme for international student assegnement).

…secondo il progetto PISA il rendimento scolastico generale risulta superiore nelle femmine , (anche se il range dei  risultati tra i maschi è notevolmente maggiore, vale a dire che a loro si riferiscono sia le migliori sia le peggiori prestazioni). (chi sei? – focus libri). 

Una analisi ulteriore del PISA 2009 ha mostrato che gli studenti maschi senza una famiglia con status sociale  alto (al contrario di tutte le studentesse femmine e degli studenti maschi con famiglia ricca) ricevevano a scuola voti più bassi rispetto a quanto dimostravano di valere durante il test ( vedi articolo ->)

Tornando alla maggiore variabilità maschile va detto che in sé la cosa non sarebbe neppure strana da un punto di vista evoluzionistico. Una maggior variabilità significa aumentare la differenza tra il valore minimo e quello massimo e quindi, nel caso dell’intelligenza una maggior variabilità implica avere sì elementi più intelligenti rispetto alla media ma anche elementi meno intelligenti. Poichè tutte le donne si possono riprodurre (tranne nel caso di problemi di fertilità ad ogni donna basta entrare in un bar per rimediare un rapporto sessuale) una maggior variabilità femminile non corrisponde ad una evoluzione della specie perchè comunque si riprodurrebbero sia quelle più dotate che le meno dotate. Per gli uomini le cose invece non sono così semplici, a meno di essere  Brad Pitt, entrare in un centro commerciale e mostrarsi disponibile ad un rapporto sessuale non dà alcuna garanzia di successo. Le donne sono maggiormente selettive e tenderanno ad accoppiarsi con gli elementi più interessanti, (solo il 16% delle società umane sono monogame), rifiutando gli altri permettendo quindi il propagarsi alle generazioni successive delle caratteristiche vincenti.

[vedi nota in fondo]

E’ vero che le persone belle sono stupide? Per noi diversamente belli questa frase ha sempre avuto un ruolo consolatorio ma, purtroppo, non c’è alcuna relazione diretta tra bellezza e intelligenza. Esiste però una relazione indiretta, la bellezza ha sempre permesso a chi l’aveva di non doversi sforzare più di tanto. Una persona bella non dovrà necessariamente essere colta o simpatica per trovare qualcuno che si interessi a lei o l’aiuti. Al contrario i diversamente belli saranno costretti ad impegnarsi per sviluppare delle ottime capacità relazionali o a dover maggiormente affidarsi alla propria cultura e preparazione. Come esempio possiamo pensare ad una persona nata con un fisico eccellente nel mondo industrializzato dove, se non adeguatamente motivato, ben difficilmente farà movimento fisico e possiamo pensare ad una persona nata con un fisico normale in un paese sottosviluppato dove per bere dovrà fare 12 km al giorno. In breve il fisico del primo si sarà “rilassato” mentre quello del secondo si sarà rafforzato e modellato. Succede la stessa cosa con le capacità del cervello, le sollecitazioni lo terranno in forma mentre la mancanza di stimoli lo faranno “rilassare”.

La bellezza permetterà di ottenere molti vantaggi nel breve periodo, specie nella nostra società dove l’immagine ha assunto un ruolo più importante rispetto al testo scritto ma la vita si è di molto allungata e chi in giovinezza si è adagiato sugli effimeri allori della bellezza correrà il rischio di vivere tristemente buona parte della sua esistenza se si lascerà prendere dalla pigrizia e non terrà sempre allenate le sue abilità intellettuali e/o relazionali.

Ettore Panella

 

Nota aggiunta

Credo sia il caso di chiarire una cosa, le persone ipodotate sono poche e ancora di meno le superdotate, il grosso della popolazione è intellettivamente normodotata ed è perfettamente adatta a svolgere la stragrande maggioranza dei compiti. Personalmente non vedo la mia vita cambiare se il genio capace di cambiare la prospettiva sul mondo sia maschio o femmina e onestamente neppure vorrei essere io un genio visto che a ben studiare la loro esistenza è stata molto infelice.  A parte la giusta curiosità scientifica a cui va lasciato il compito di dare una risposta al quesito credo che a noi “normali” convenga sviluppare anche altre forme di intelligenza che potranno esserci utili sia a vivere in maniera più soddisfacente la nostra esistenza sia a migliorare la nostra capacità lavorativa, penso ad esempio all’intelligenza emotiva.

 

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Questo articolo ha 12 commenti

  1. anonimusss

    Diciamo che la donna tende a essere più razionale e sensibile dell’uomo (essendo infatti più profonda d’animo, meno superficiale, oppure ad esempio, riguardo alla maggiore razionalità, più prudente alla guida, ecc…) ma sentire che è più intelligente e concreta mi sa tanto di lecchinaggio pseudomaschilista! L’intelligenza e la concretezza, del resto, sono anche quelle che ci hanno portato all’attuale progresso scientifico, tecnologico e medico (che tra l’altro ha consentito alla donna di morire meno di parto e di vivere più a lungo!), di cui sono artefici gli uomini al 99,9%!

  2. anonimusss

    Anche il mondo occidentale (dove la donna è ormai da anni emancipata e ha gli stessi strumenti e lo stesso accesso all’istruzione rispetto all’uomo) continua a sfornare geni maschi intelligentissimi, che inventano e innovano sempre di più! Rita Levi Montalcini, Margherita Hack o Marie Curie sono esempi rari di geni femminili: se su 1000 scienziati supergeni che contribuiscono a un enorme progresso dell’umanità con le loro scoperte ed invenzioni supertecnologiche, trovi soltanto 4 o 5 donne, non si può dire certo che la donna sia più intelligente dell’uomo! Per me è tanto intelligente quanto l’uomo, né più né meno!

    1. jaqueline

      ci sono piu scenziati uomini . Non ti chiedi il perchè ? non perchè voi siete piu intelligenti ma perchè ci avete sempre schiavizzate e messe nell’angolo suvvia .

  3. Autore

    Attenzione! L’articolo si focalizza sul QI perchè è lo strumento che solitamente viene usato per valutare l’intelligenza ma si tratta di uno strumento limitato perchè valuta solo una tipologia di intelligenza, chiamiamola di tipo scolastico giusto per capirci, ma noi sappiamo che esistono tanti tipi di intelligenza. Un contadino che con un filo di spago e un pezzetto di legno riesce a creare una vasta gamma di strumenti ha una intelligenza manuale notevole, possiamo non considerarla?. Parimenti il QI non è lo strumento adatto per valutare la cosiddetta intelligenza emotiva che pure rappresenta una importante espressione dell’essere umani.In realtà uomini e donne risultano sempre più essere complementari piuttosto che antagonisti e le donne si mostrano più capaci in alcune attività. Ad esempio il settore della selezione del personale tende a diventare femminile e io stesso, quando la mia azienda mi chiede di valutare un candidato , cerco sempre di avere una donna al mio fianco perchè lei noterà dettagli che a me sicuramente sfuggiranno.

  4. anonimusss

    Infatti l’uomo tende ad avere più sviluppata l’intelligenza tecnica, mentre la donna l’intelligenza emotiva e spirituale, che le ha consentito di realizzarsi in attività dove tale tipo di intelligenza è particolarmente richiesta, tipo la maestra, l’insegnante, la psicologa e, a mio avviso, anche la donna politica, in un ambito delicato dove ci vuole una certa razionalità, prudenza e sensibilità, tipicamente più femminili che maschili!

  5. ANONIMO

    si da il caso che un famoso scienziato tra molte scoperte, anche se l’ UOMO abbia il cervello più grande della donna, ha scoperto che le donne sono il 40 x 100 più intelligenti degli uomini

    1. Autore

      Se si riferisce alla persona a cui penso io 😀 ha solo annunciato la cosa rimandando la dimostrazione all’uscita del suo libro.

      Il metodo è inusuale e somiglia troppo ad una trovata pubblicitaria.
      In ogni caso non ci resta che avere pazienza e attendere la pubblicazione per sapere cosa ha esattamente individuato, se ha usato una metodologia corretta e se la ricerca verrà confermata da altri ricercatori indipendenti come da prassi scientifica.

  6. Forzz

    Non esistono ancora Mozart femmina semplicemente perchè fino a 50 anni fa l’unica funzione del genere femminile era quello di madre e sposa (almeno per il mondo occidentale). La sorella di W.A. Mozart era ugualmente dotata, ma fu data in sposa a un marchese (nobilitando la famiglia stessa) in giovane età e, pertanto, non potè avere le stesse possibilità professionali del fratello. Ancora oggi molte bambine (sempre meno) vengono educate a essere meno competitive e più accomodanti, nonchè a seguire modelli diversi rispetto ai bambini.
    Io stessa, per nulla attratta dai modelli tradizionali (matrimonio e famiglia), sono spesso stata ostracizzata per aver scelto la carriera scientifica al farmi una famiglia… Se fossi stata maschio avrei subito minore pressione sociale. D’altro canto se avessi scelto di fare figli non avrei ottenuto gli stessi risultati: ancora oggi l’allevamento dei figli grava maggiormente sulle madri, rispetto ai padri. La paternità non impegna fisicamente ed intellettualmente come la maternità.

    1. Autore

      L’obiezione a quanto detto da Camille Paglia potrebbe sembrare sensata ma in realtà le cose sono molto più complesse di come vengono raccontate.
      Innanzitutto gli antichi non erano stupidi e se vedevano delle ottime capacità in una donna le sfruttavano eccome, il primo nome che mi viene in mente è Giovanna d’Arco. Non dobbiamo dimenticare che molti salotti culturali erano ospitati e sponsorizzati da donne di buona famiglia e questo stride evidentemente con l’idea della donna chiusa in casa.

      Infine non esisteva solo la famiglia, i conventi erano sempre alla ricerca di elementi talentuosi che venivano cooptati ed infatti i monasteri sono stati per tantissimo tempo il vero motore culturale dell’Europa, penso ad esempio ad Ildegarda di Bingen.
      Noi tendiamo a dimenticare che fino alla rivoluzione industriale l’unico modo per fare carriera era o sul campo di battaglia o negli ordini religiosi, il padre di Michelangelo ad esempio non era affatto contento che il figlio facesse lo scultore (essendo di buona famiglia) in quanto all’epoca non si faceva differenza tra scultore e scalpellino e dovette intervenire addirittura Lorenzo il Magnifico per fargli cambiare idea.

      Onestamente io ragionerei su un altro tema, la musica e la poesia hanno sempre fatto parte dell’educazione delle ragazze di buona famiglia senza che questo abbia generato un gran numero di donne famose mentre al contrario la medicina non faceva parte dell’educazione delle ragazze di buona famiglia eppure i nomi di donne famose che hanno scritto testi di larga diffusione e anche insegnato sono tantissimi.
      La stessa Ildegarda, Metrodora, Trotula de Ruggiero, Rebecca Guarna, Mercuriade, Abella salernitana, Costanza Calenda, Francesca Romana ecc.

      Questo potrebbe essere un indizio che esistano materie dove un sesso è più motivato ad approfondire rispetto ad un altro.

  7. Tizia

    Io credo che il semplice fatto che esistano così tanti dibattiti e ricerche e articoli atti a identificare il sesso più intelligente sia l’ennesima, palese dimostrazione che purtroppo neppure nel mondo occidentale le donne sono perfettamente integrate, che vengono viste e quindi trattate molto diversamente dagli uomini, anche se sicuramente molto meglio che in passato. Spesso sono le stesse donne a sentirsi diverse, a ulteriore comprova che quello della disparità di genere è un problema profondamente radicato nella nostra cultura che di certo non è possibile estirpare in meno di un secolo. Non dimentichiamoci che il suffragio universale in Italia risale al 1945.

    1. Autore

      Ovviamente poichè ognuno la pensa come crede non entro nel merito di quanto detto, vorrei solo far notare un errore molto comune e che dipende dal fatto di applicare al passato categorie mentali dei nostri tempi.

      Il diritto di voto nel passato era completamente diverso da come lo intendiamo noi ed era la contropartita di un dovere molto pesante ovvero rischiare di morire in battaglia per la patria (o meglio per la polis).
      Nelle polis greche un anno si e l’altro pure i cittadini dotati di diritti civili lasciavano le proprie occupazioni per rischiare la vita in uno dei tanti conflitti che le litigiose città stato intraprendevano. Nessuno veniva escluso, giusto per fare qualche esempio Socrate combattè nella battaglia di Delio (424 a.C.), Eschilo a Maratona e addirittura Epaminonda, lo stratega passato alla storia come l”unico vincitore della potenza spartana, era un semplice letterato e non un militare che combattè come semplice oplita nella battaglia di Mantinea.

      Insomma il diritto di voto ed i diritti civili prevedevano una contropartita tutt’altro che piacevole e infatti spesso la popolazione maschile era ben lieta di perdere il diritto di voto affidando ad un re o imperatore l’organizzazione di un esercito di professionisti. Non a caso la principale obiezione all’abolizione della leva obbligatoria in periodi di pace era proprio il fatto che un esercito di professionisti fosse incompatibile con la democrazia.

      Anche nel caso italiano la leva obbligatoria estesa a tutto il regno d’Italia, (nel 1860), precede di poche decine di anni il suffragio universale maschile, (nel 1912), e questo ci fa sospettare che se chiedi a qualcuno di morire gratis per te poi almeno il diritto di votare devi riconoscerglielo.

      Nel 1945 c’è un cambio sostanziale del senso del diritto di voto che viene svincolato dagli obblighi militari anche se solo per le donne mentre per gli uomini resta creando di fatto una anomalia che viene sanata solo nel 2004 anche se solo per i periodi di pace.

  8. JohnStravolto

    Miei cari, c’è poco da chiacchierare. La scienza è un disastro: la maggior parte degli scienziati che si ritengono tali per via di una laurea non sa nemmeno cosa cercare, figurarsi se sa trovare qualcosa di sensato. Questi “studi” lasciano il tempo che trovano.
    Tanto le prospettive della civiltà occidentale sono solo 3.
    La prima. Usciremo dallo stato fisiologico di decadenza ed avremo quindi una società forte, intelligente, e acculturata (non come ora, dove per cultura intendiamo il laurearsi per diventare lavoratori): per un Occidente del genere c’è bisogno di un’organizzazione patriarcale.
    La seconda. La cultura cinese prenderà il sopravvento sulla nostra ed avremo un’organizzazione grossomodo paritaria fra i sessi, con una tendenza al maschilismo morale.
    La terza. Scivoleremo nella barbarie ed il problema non si porrà proprio, anche se nei periodi tipicamente barbarici c’è una tendenza al matriarcato.

    Ah, mi ero dimenticato la quarta prospettiva: il mondo verrà distrutto dalla tecnica occidentale mentre c’è ne staremo allegramente a chiacchierare di quale sesso sia il più intelligente.

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