Al momento stai visualizzando Patriarcato e matriarcato: cosa sono realmente

Da che mondo è mondo la storia viene sempre riscritta e adattata ai propri scopi da ogni gruppo di potere o di pressione. In questo periodo vanno molto di moda i termini patriarcato e matriarcato spesso confondendo l’organizzazione sociale con il potere politico. Vediamo di cosa si tratta …

 

Cosa è il matriarcato e cosa è il patriarcato.

Una delle ipotesi molto accreditate è che almeno la gran parte delle società umane in origine fosse di tipo matriarcale (nota 1).  L’ipotesi è credibile visto che la madre è  certa e quindi ha senso immaginare che i bambini restassero in carico al clan materno.   Nell’organizzazione matriarcale le femmine di homo sapiens restavano nella famiglia materna e si accoppiavano con i maschi secondo criteri e rituali tipici di ogni società e il frutto di quegli incontri veniva poi cresciuto dalla madre e  dagli zii e dalle zie materne e non dai padri ,(e tantomeno dai loro parenti), che una volta terminato l’accoppiamento tornavano presso il loro clan materno. I fautori di questa teoria spesso sostengono anche che in quei tempi non si avesse nessuna conoscenza del ruolo del padre nella procreazione e che nella gravidanza e nella nascita di nuove leve la tribù vedesse qualcosa di magico, non a caso si pensa che le sacerdotesse avessero un ruolo fondamentale e persino da noi fino a poco tempo fa la nascita era considerata un evento dove gli uomini dovessero venire esclusi, un evento riservato alle donne del clan aiutate da una levatrice.  Va detto però che l’ipotesi matriarcale si scontra con il fatto che anche in alcuni primati le femmine abbandonano il branco materno per unirsi con un maschio, in ogni caso e per  maggiore semplicità nel prosieguo dell’articolo darò per accertata  l’ipotesi matriarcale.
Nei gruppi ad organizzazione patriarcale invece la donna viene cooptata nel clan del partner  dove gli altri elementi femminili  del gruppo hanno tutto l’interesse a controllare che non sia adultera perchè condividono con il marito di lei metà patrimonio genetico.  Il sistema, pur non essendo perfetto, genera una ragionevole certezza sulla paternità e quindi il frutto dei rapporti  sessuali può venire posto a carico del clan paterno.  Nel sistema patriarcale il matrimonio è un vincolo importante e la sua regola comune dispone che ogni figlio nato dalla moglie sia attribuito in automatico al di lei marito e che questo abbia l’obbligo, quantomeno morale,  di farsene carico.  Tipico delle società patriarcali è la definizione di norme rigide a carattere sessuale proprio per cercare di non avere bambini dalla paternità incerta.  (nota 2)

Come vedremo meglio nel prosieguo dell’articolo matriarcato non significa affatto che comandino le donne come un sistema patriarcale non significa che comandino gli uomini  cosa testimoniata dalle tante regine e donne di potere esistite. Una differenza di fondo è invece la tendenza di una società matriarcale a basarsi sulle relazioni tra membri della comunità mentre una società patriarcale tende a basarsi sulle regole.

Perché le società patriarcali hanno soppiantato le società matriarcali?

La mancanza di certezze sulla paternità faceva sì che i maschi non si sentissero coinvolti sul destino della prole da loro forse generata e questo impediva la formazione di legami e alleanze stabili tra clan diversi.   La cosa i primi tempi non creava grossi problemi, i gruppi umani erano piccoli e molto distanziati gli uni dagli altri per cui le risorse naturali bastavano ampiamente a soddisfare le esigenze di ognuno. L’ipotesi che in quel remoto periodo la guerra tra clan non fosse un evento frequente è dovuta al fatto che i villaggi megalitici non avessero mura difensive, (o perlomeno non sono state finora trovate tracce di sistemi difensivi). In quel periodo molto difficilmente diversi gruppi umani sarebbero stati in competizione per delle risorse.
E’ stata avanzata l’ipotesi, (che personalmente trovo credibile), che il mitico giardino dell’eden o la mitica età dell’oro  fosse un ricordo mitizzato di questo periodo tutto sommato felice.
Il successo dell’homo sapiens nella lotta per la sopravvivenza ha posto le basi per un “sovraffollamento” delle aree occupate dagli esseri umani e più clan potevano essere in competizione per dei territori di caccia o di raccolta. Fa la sua comparsa la guerra su larga scala, intesa come scontro armato tra clan diversi.

In questa fase storica le società patriarcali si sono dimostrate estremamente adattate al contrario di quelle matriarcali perché?

Sicuramente ha inciso il fatto che un padre si senta generalmente più motivato alla cura dei piccoli rispetto ad uno zio e sicuramente ha inciso il fatto che nelle società pre industriali la presenza del padre triplicava le possibilità dei piccoli di sopravvivere ma credo che la ragione che ha determinato il successo dell’organizzazione patriarcale sia un’altra.
Un avvenimento tramandato dalla tradizione romana è rivelatore.  Noi siamo abituati a pensare ai Sabini come ad una specie di ingenuotti, cosa tutt’altro che vera. I Sabini erano una potente e pugnace popolazione guerriera e nessuno storico crede che i romani rapirono le donne sabine ma si ritiene che fu concordata una alleanza tra la popolazione romana e quella sabina sancita con un numero consistente di matrimoni (nota 3). In effetti per un periodo di tempo Roma ebbe due re, Romolo e Tito Tazio (il re sabino).  Probabilmente alla morte di Tito Tazio o comunque a causa di un dissidio tra le due comunità, romani e sabini si fronteggiarono in armi e fu a quel punto che le donne sabine che avevano sposato dei romani si buttarono tra le due schiere mostrando i loro figli che in quella battaglia avrebbero potuto perdere il padre o gli zii materni, (il dipinto in immagine descrive ciò che si ritiene avvenne). Questo atto fece cessare le ostilità.
Come mostra questo episodio la certezza della paternità crea un legame di sangue tra i clan materno e paterno che da un lato rende più stabili i trattati di alleanza ed infatti spesso le famiglie e i regni sugellavano gli accordi con dei matrimoni proprio perchè un accordo scritto su un pezzo di carta lo si strappa a cuor leggero ma un figlio con patrimonio genetico dei due gruppi no.  I matrimoni misti e la certezza della paternità permettevano ai gruppi umani di superare il loro naturale etnocentrismo creando dei legami di sangue di cui si aveva consapevolezza.
Anche se si tratta di un’opera letteraria senza una  valenza storica certa, Romeo e Giulietta rappresentano un interessante esempio di quanto detto, in condizioni normali avrebbero potuto tranquillamente sposarsi appartenendo entrambi a famiglie importantissime, nel loro caso il problema era costituito dal fatto che le famiglie fossero rivali e in competizione e un matrimonio congiunto le avrebbe rese parenti e costrette a deporre ogni ostilità. (nota 4)
Quindi quando una società matriarcale attaccava una società patriarcale (o viceversa) non si trovava contro il solo gruppo attaccato ma anche tutti i gruppi alleati che correvano in aiuto dei loro parenti.
In pratica mentre un clan matriarcale poteva contare solo  sulle proprie forze e al massimo su accordi piuttosto labili e opportunisti  i clan patriarcali potevano contare su legami di sangue certificati.
In perfetta linea con le leggi di Darwin i gruppi meglio adatti all’ambiente si sono sviluppati mentre i meno adatti o  hanno copiato i meglio adatti  o si sono estinti magari sopravvivendo in nicchie non facilmente raggiungibili quali le isole.

Nelle società matriarcali comandano le donne e in quelle patriarcali comandano gli uomini?

L’errore di fondo è guardare al sesso di chi “comanda” e non alla sua funzione e questo, secondo me, si nota grazie al lavoro dell’ antropologa Peggy Sanday che ha studiato e comparato le culture dei popoli di agricoltori e di cacciatori-raccoglitori di tutto il mondo
Le sue ricerche hanno verificato che le culture in cui la dominanza è maschile rispettano questi criteri:
1)    (scarse risorse alimentari ) – la tribù vive in un ambiente molto pericoloso, il cibo scarseggia e procurarselo è molto impegnativo.
2)    (desiderio di carne) – i membri della tribù apprezzano la carne molto più degli altri cibi.
3)    (esclusione maschile dall’allevamento dei figli) – i figli, almeno fino alla preadolescenza, vengono curati e allevati solo dalle donne.  In ogni caso gli uomini possono occuparsi solo dei figli maschi, (per addestrarli ai loro futuri compiti maschili), ma assolutamente non possono occuparsi delle loro figlie femmine.
4)    (divinità maschili) le dee e le figure sacre femminili sono meno rappresentate rispetto alle figure maschili.

Personalmente credo che il punto 4 sia una conseguenza dei primi 2 come vedremo.
L’organizzazione più efficiente di una società umana è quella che  assegnava ai maschi i compiti rischiosi quali la difesa del territorio e la caccia alle grandi prede e alle femmine compiti meno rischiosi quali la gestione dei piccoli, la raccolta di vegetali e probabilmente anche la caccia a piccole prede al fine di preservarne la capacità riproduttiva, (nell’homo sapiens i maschi possono potenzialmente generare migliaia di figli mentre le femmine poche decine) e  perchè essendo spesso incinte o in allattamento le femmine avevano pochi periodi di piena efficienza fisica tale da potersi impegnarsi al meglio in attività pericolose.
Questo tipo di organizzazione era talmente efficace che si ritiene fosse addirittura antecedente all’homo sapiens e fosse stata adottata anche da alcuni ominidi nostri avi.

Raccogliere vegetali nei dintorni del villaggio e allevare i figli sono attività  che non necessitano di un grande coordinamento tra diverse unità umane mentre al contrario la caccia alle grandi prede e la guerra sono attività dove agire all’unisono sotto una guida esperta fa davvero la differenza ed è quindi ragionevole supporre che queste attività fossero gestite da un uomo anche in gruppi matriarcali visto che l’esperienza è un fattore determinante.

Come il pregevole lavoro della Sanday ci fa notare, se una società predilige la carne e il cibo è scarso saranno gli uomini a sostenere lo sforzo maggiore per l’approvvigionamento alimentare e di conseguenza sarà il miglior cacciatore o esploratore a determinare le azioni di tutto il gruppo.

Al contrario se la carne è solo uno dei cibi apprezzati e le risorse alimentari abbondano allora non ci sarà nessuna attività prioritaria rispetto alle altre e quindi le azioni del gruppo terranno conto di tutte le esigenze.

A determinare un definitivo spostamento verso una guida politica prevalentemente maschile si ritiene abbiano contribuito due cose:
l’invenzione dell’aratro cambia il sostanziale equilibrio tra i sessi nella produzione agricola perchè occorrendo una maggiore forza fisica saranno gli uomini ad avere un ruolo più importante. In pratica, mentre in passato gli uomini procuravano prevalentemente la carne e le donne prevalentemente  i vegetali e con l’agricoltura il loro apporto tendeva ad eguagliarsi l’invenzione dell’aratro rende più importante l’apporto maschile in tutte le attività produttive;
Il successo , da un punto di vista evoluzionistico, dell’homo sapiens ha portato ad un sovraffollamento delle aree abitabili  con la conseguente competizione sui territori e quindi la guerra per conquistare o difendere le proprie risorse diventa una attività prioritaria determinando l’ascesa delle caste guerriere e l’affermazione di un capo guerriero. Ancora oggi la massima autorità politica è, almeno formalmente, anche il capo dell’esercito.  Questo cambio politico è stato determinato da una tendenza tipica degli esseri umani: si è visto che durante un evento di grande pericolo quale , ad esempio, una evacuazione il 95% delle persone segue senza alcuna obiezione il 5% degli individui che mostrano sicurezza (pur non essendo esperti) ed è evidente che la guerra rappresenta una emergenza prioritaria su tutto. (nota 5)
La tendenza a trasmettere le proprie conoscenze e abilità ai figli, (o ai parenti stretti), e a tenerle nascoste agli altri ha permesso l’affermarsi del potere ereditario.
In questa fase le società basate sulle relazioni, (tendenzialmente matriarcali), si mostrano inefficienti perchè se ti attaccano non è possibile perdersi in interminabili assemblee per generare un consenso più ampio possibile ma ognuno deve avere un suo ruolo chiaro e un insieme di comportamenti definiti per affrontare meglio le emergenze. Si affermano le società basate sulle regole, (tendenzialmente patriarcali), e questo permette anche lo sviluppo tecnologico perchè si passa da un sistema dove tutti fanno tutto ad un sistema dove ognuno è iperspecializzato in un ambito specifico con regole di coordinamento. Si affermano sempre più le grandi città e i piccoli villaggi tendono a perdere il loro ruolo centrale.

Dal re alla democrazia.

Il capo militare, tendenzialmente uomo ma non necessariamente, pensiamo a Giovanna D’arco o Dihya,  diventa , come abbiamo detto, lo standard. Contrariamente a quello che si crede la democrazia rappresenta  una rarità nella storia umana degli ultimi millenni (vedasi l’articolo: perchè il diritto di voto ha poco fascino) ma in Grecia qualcosa cambia. L’Iliade ci mostra eroi pesantemente armati che combattono tra loro e non c’è partita se affrontano i soldati semplici (gli uomini del popolo) e questo risulta evidente se pensiamo che il soldato si armava a sue spese e quindi i ricchi fossero ben armati al contrario dei  poveri.  Il cambio delle tecniche militari, che in Grecia passano dal duello tra singoli alla falange oplitica, vede tutti i militari chiusi in formazione compatta dove ognuno con il suo scudo protegge metà di sè stesso e metà del vicino.  La nuova tecnica militare svilisce il ruolo del singolo e esalta quello del gruppo con conseguenze diverse. Sparta conserva i re ma rende i suoi soldati tutti uguali per vestiario e beni realizzando la prima ed unica società complessa veramente comunista della storia mentre gli ateniesi conservano il divario economico tra singoli ma danno a tutti i soldati, (ogni uomo aveva il dovere di essere prima di tutto soldato e gli stessi Socrate o Eschilo, pur essendo degli intellettuali, hanno partecipato a delle battaglie), lo stesso potere politico inventando la democrazia.

Il tentativo in parte riuscito di trasformare la nostra società in matriarcale porterà più donne al potere?

Purtroppo i matrimoni sono diventati molto labili ultimamente e negli USA il tasso di rotture sfiora il 67%  l’attuale tendenza dei tribunali  italiani volta a creare una guerra tra la famiglia materna e quella paterna attribuendo il compito di gestione dei figli alle sole famiglie materne escludendo i padri sta creando un effetto psicologico da non sottovalutare. I genitori di figli maschi sono sempre più restii a fare sacrifici per comprare la casa familiare il cui godimento andrà ad una sconosciuta ma soprattutto a ridurre l’investimento emotivo sui nipoti generati dai figli maschi proprio per evitare le molto probabili sofferenze di questa guerra indotta tra famiglia materna e famiglia paterna.  In pratica stiamo ritornando ad una organizzazione matriarcale anche se molto probabilmente si tratta di una fase transitoria perchè il primo annuncio della realizzazione dell’utero artificiale è del 2002 e , come con l’ invenzione delle macchine gli uomini hanno perso il potere delle braccia (la forza fisica) così l’utero artificiale toglierà alle donne il potere dell’utero (un ruolo più incisivo nella riproduzione ).   La riproduzione artificiale adempie alla necessità di standardizzazione di tutti i processi produttivi delle società tecnologiche e quindi, per quanto la trovi detestabile come cosa, sicuramente in futuro ogni bambino avrà solo un ramo di parenti o molto più probabilmente neppure uno e verranno prodotti con materiale genetico modificato e gestiti dallo Stato che si occuperà di loro dall’incubatrice alla morte.
Torniamo però al quesito originale, la neo matriarcalizzazione darà più potere alle donne?
Mentre in passato ogni madre poteva contare sull’intero clan oggi le famiglie sono molto atomizzate e probabilmente non potrà contare neppure sui propri genitori che dovranno lavorare fino a tarda età o vivono in altri luoghi.
In pratica una donna su cui ricade l’intero peso dei figli farà più ore di assenza e si tratterrà molto meno in ufficio dopo l’orario e quindi , indipendentemente da se questo sia giusto o meno, non farà mai carriera perchè le aziende distribuiscono le promozioni come forma di ricompensa per l’impegno e la dedizione dimostrata.  Paradossalmente un patriarcato moderno fondato sulla bigenitorialità  permetterebbe alle donne di dedicare più energie al lavoro , (ammesso ovviamente sia questo che desiderino veramente  fare).

Ettore Panella

  • Nota 1:  ipotesi dello storico Johann Jacob Bachofen (1815-1887)
  • Nota 2: Anche se le barzellette parlano dei conflitti tra suocera e genero il vero conflitto nelle società patriarcali , verificato anche da Gottman che ha studiato le videoregistrazioni delle coppie che litigavano e si trattenevano nel suo laboratorio (un GF ante litteram),  è tra la suocera e la nuora per avere il pieno controllo del figlio o marito ,
  • nota3 : un gruppo di  sabini occupava il Quirinale mentre i latini occupavano il Palatino dalla fusione dei due gruppi nacque Roma.  I sabini occupavano un territorio di circa 200kmq erano guerrieri forti e ben armati e confinavano con il piccolo gruppo di latini. Una guerra in grande stile  avrebbe visto il gruppo di Romolo perdente in breve tempo, inoltre i sabini mai avrebbero accettato  una pace e una alleanza con i romani (Numa Pompilio era sabino e quasi la metà delle famiglie nobili, quelle dei fondatori, erano sabine) in caso di rapimento perchè avrebbero dovuto riscattare il loro onore di guerrieri.  La fusione dei due popoli fu sicuramente un atto pacifico sugellato da matrimoni.
  • Nota 4: http://www.verona.net/it/storia/giulietta_e_romeo.html
  • Nota 5:  pensate a cosa succederebbe se all’improvviso nessuno ci vendesse più petrolio e le nostre luci si spegnessero, gli ospedali non funzionassero più ecc.  affideremmo sicuramente  il potere assoluto ad una casta guerriera affinchè , in un modo qualsiasi,  riporti energia nei nostri circuiti.
  • Il dipinto in immagine è di Jacques-Louis David e mostra le donne sabine che espongono i loro figli per fermare la guerra

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Questo articolo ha 8 commenti

  1. Manuela

    :/ Parzialmente falso, parzialmente razzista/eurocentrico, datato, non affidabile. Ho visto con i miei occhi due società tradizionalmente matriarcali e una attualmente matriarcale e non sono così, tutto il contrario. Mi spiace. Non mi diverto a dire ciò, ma è deludente leggere queste cose perché so che vengono prese per buone. Potrei spiegarmi meglio, ma siccome sono abituata a ricevere risposte poco educate da chi sostiene questa tesi, aspetto a vedere che aria tira. Se c’è interesse sincero e mi rispondono persone pacifiche, sono disponibile, nel mio piccolo, a chiarire quanto ho accennato. Buona serata.

    1. Autore

      Se lei dice: “ma siccome sono abituata a ricevere risposte poco educate da chi sostiene questa tesi ”
      non oso immaginare quale enormità deve aver detto per aver generato reazioni così estreme in un contesto di cultori della materia.
      Comunque non è mio costume insultare la gente per cui il massimo che le può capitare è di essere ignorata.
      poichè il post che ha scritto è più tipico del turista che dello studioso, mi permetto di ricordarle che
      l’errore tipico dei turisti è lo stesso in cui incappò Margaret Mead nel suo lavoro sui samoani oppure il mito dei tasaday creato apposta dal dittatore marcos sia per finalità turistiche che per distogliere
      l’opinione pubblica straniera dai crimini del suo governo. Insomma persino studiosi importanti sono a rischio truffa perchè l’industria turistica ha interessi importanti nelle ricerche sui popoli “esotici”, succede anche da noi peraltro, quante tradizioni sono state non dico inventate di sana pianta ma ampiamente manipolate a fini turistici? I miei amici del marketing territoriale sono dei veri maestri ve lo posso assicurare.

  2. crilli

    ciao , noto una certa approssimazione sia nell’espressione dei concetti che nei loro postulati,per es ” un sistema patriarcale non significa che comandino gli uomini cosa testimoniata dalle tante regine e donne di potere esisite” innanzitutto stai strumentalizzando delle figure femminili per avallare al massimo la teoria delle pari opportunità, dimenticando che verte esattamente sul concetto di “potere-dominio” il sistema patriarcale,e non su chi lo esercita, tu stesso lo caratterizzi attraverso le regole( contrapposte alle relazioni), quindi struttura, quindi imposizione. letteralmente: potere paterno e fa rimerimento all’organizzazione familiare e ai suoi processi decisionali.
    trovo abbastanza discutibili le tue riflessioni rispetto alla paternità biologica come causa effetto di questa astrazione che tuchiami patriarcato ma che prontamente confondi per matriarcatoi; ancora, ” ogni figlio nato dalla moglie sia attribuito in automatico al di lei marito e che questo abbia l’obbligo, quantomeno morale, di farsene carico. ( congetture di cui tu t fai portatore e a che titolo?) “Tipico delle società patriarcali è la definizione di norme rigide a carattere sessuale proprio per cercare di non avere bambini dalla paternità incerta”.di fatto non si capisce il tipo di analisi che hai fatto, ne cosa voglia esprimere, sarebbe da fare una parafrasi dell’intero saggio?lo definiresti così?pur venendo meno ai criteri stessi di stesura di un saggio..”Sicuramente ha inciso il fatto che un padre si senta generalmente più motivato alla cura dei piccoli rispetto ad uno zio ” a quali studi fai riferimento? SUCCESSO DELL’ORGANIZZAZIONE PATRIARCALE?? questo è veramente quello che pensi rispetto alla prevaricazionee del modello precedente che è stato assoggettato e infine quasi estinto???? considerato il passaggio dallo stato di natura (matriarcato)allo stato civile (patriarcato) con tutte le trasformazioni socioenomiche-politiche, mi sembra un tantino pretenzioso parlare delle maggiore possibilita(triplicata) di sopravvivenza in presenza del carico morale del padre biologico……..eccecc )quindi in quei 7000 anni che tu in maniera riduttiva e superficiale definisci società preindustriali, abbaimo la certezza che i dati e i soggetti siano rimasti immutati?e per non farci mancare nulla ci buttiamo anche il patrimonio genetico ( sempre nelel società preindustriali)
    “In pratica mentre un clan matriarcale poteva contare solo sulle proprie forze e al massimo su accordi piuttosto labili e opportunisti i clan patriarcali potevano contare su legami di sangue certificati.,In perfetta linea con le leggi di Darwin i gruppi meglio adatti all’ambiente si sono sviluppati mentre i meno adatti o hanno copiato i meglio adatti o si sono estinti magari sopravvivendo in nicchie non facilmente raggiungibili quali le isole.”CONCESSA LA LICENZA GRAMMATICALE DELL’INTERO PERIODO,CONCESSA LA RIVISITAZIONE STORICA SU GLI STUDI DI DARWIN, IL SENSO, è IL SENSO CHE VIENE MENO,T PREGO PUOI SPIEGARMELO.
    kmq non si guarda al “sesso” di chi comanda ma al “genere”,è una categorizzazione maschile e femminile. la fantasiosa riflessione che ne segue è espressione di un pensiero discriminante, sessista e maschilista oltre che ignorante anacronistico e totalmente fuorviato, mi sembra evidente che tu non sia nè un culture, nè uno studioso ma soprattutto sembra è evedinte che tu non abbia totalmente capito di cosa stai parlando, saltellando fra teorie transumaniste a discorsi reazionari di cui l olezzo ricorda un pò il trentennio,piroettando infatti fra democrazia e monarchia,non so quanti anni tu abbia ma è veramente preoccupante la quantità di cose sconnesse fra loro che hai sentito l esigenza di condividere inserendoci riferimenti storici e letterali un pò a casaccio.
    sono veramente turbata e spaventata, l espressione del tuo pensiero è esattamente il prodotto di una società svilita, impoverita anche del pensiero logico formale, infantilizzata e come dici tu si atomizzata.volta al servizio di quello che tu chiami stato o esercito e che in qualche modo dovrebbe ordinarci il da fare, anzi saremmo noi (ancor peggio ma non troppo distante dalla realtà) a chiedergli di farlo totalmente incapaci di prendere una decisione sulla base di un inferiorità…di che tipo? mi chiedo quante volte hai riletto prima di publicare e quanto hai riflettuto prima di scrivere?l hai fatto?cosa t ha spinto a farlo?
    kmq ultimo appunto, ci troviamo ancora in una società patriarcale non vi è stato alcun “ritorno di fiamma”; come ti ho scritto inizialmente, ma te lo ripeto col cuore perchè vorrei veramente che tu capisca l incongruenza delle tue affermazioni senza però indottrinarti.
    nelle società di tipo matrilineari o società d’uguaglianza complementare o di “equivalenza” ,viene prestata molta attenzione alla conservazione dell’equilibrio sociale. paradigma sociale di reciprocità e cura, basate sull’economia del dono.i rapporti sessuati e non, avvengono per elezione, l’unica forma di potere assunto è la capacità di generare vita,in un’ottica olistica e ciclica dell’universo. non vi è un esercizio della forza come mezzo coercitivo,le decisioni sono prese collettivamente attraverso il dialogo e la pratica del consenso e non in maniera verticistica. il dominio invece è lo strumento con cui si sviluppò la cultura patriarcale attuando così le prime forme di diseguaglianza e sfruttamento della natura e della donna come mera risorsa (stratificazione sociale e a mio personalissimo avviso anche dell’ansia) mercificazione e profitto.si fa strada il concetto economico.

    1. Autore

      Poichè io normalmente parlo e scrivo per farmi capire credo che l’intero articolo sia perfettamente comprensibile per tutti e quindi non vedo la necessità di aggiungere altro.
      La sua è una visione ideologica molto di moda il secolo scorso, la rispetto ma essendo un approccio ideologico è alieno dal mio approccio alle cose per cui è realmente poco sensato perdere tempo prezioso in sterili dibattiti.
      Giusto solo alcune precisazioni:
      a) l’ipotesi matriarcale è appunto una ipotesi che io ritengo credibile e infatti l’ho data per scontata ma non vi è alcuna certezza che il matriarcato sia stato uno standard, anzi se ci rifacciamo al comportamento di altri primati potremmo addirittura escluderlo.
      b) Si, infatti lo ho detto, i due sistemi non si basano sul sesso di chi comanda ma su una diversa gestione del processo decisionale quindi non capisco la sua obiezione che in realtà ripete quello che ho detto.
      c) La sua impostazione ideologica la porta a confondere regole con dominio il tutto contrapposto alla società dell’amore universale basato sulle relazioni. Il problema caratteristico di chi ha questa impostazione ideologica è non voler accettare il fatto che un processo decisionale basato sulle interazioni continue tra membri di un clan funziona solo in gruppi piccolissimi.
      Immaginiamo cosa succederebbe se per prendere una decisione di carattere nazionale io dovessi contattare tutti i cittadini italiani e non una sola volta ma finchè non si forma una decisione condivisa e altrettanto dovrebbero fare gli altri cittadini italiani. Un sistema simile va in crisi già con 50 persone.
      Inoltre un sistema decisionale basato sulle relazioni è altamente inefficace in caso di emergenza.
      Es. il clan si muove nella savana, compare all’orizzonte un gruppo di leoni, che si fa? discutiamo e stabiliamo come comportarci oppure usiamo regole di comportamento? chi si mette avanti, chi tenta l’aggiramento? dove sistemare le femmine e i piccoli , in che posizione si mettono i giovani maschi, dove mettere gli anziani ecc. In caso di emergenza chi coordina la difesa? Deve essere uno solo altrimenti si crea solo confusione ecc.
      E’ ovvio che con il crescere delle dimensioni dei gruppi umani è stato necessario cambiare organizzazione.
      d) Non è affatto una congettura, il matrimonio esiste solo perchè serve a dare una paternità tendenzialmente certa ai figli. Anche nel nostro ordinamento un marito può solo disconoscere i figlio della moglie perchè in automatico gli è stato attribuito. Al contrario in assenza del matrimonio è la donna che deve attivare il processo di riconoscimento.
      e) Partendo ovviamente da quando la storia ha potuto utilizzare documenti scritti in quantità adeguata è evidente che gli accordi tra gruppi umani diversi venivano sugellati da matrimoni (alleanze matrimoniali). La cosa diventerebbe incomprensibile se non usassimo come guida il fatto che i nuovi nati da quel matrimonio ereditino il patrimonio genetico di entrambi i gruppi che così diventano parenti.
      f) A me il concetto sembra assolutamente chiaro però, visto che me lo chiede, provo a spiegarlo ulteriormente. Le leggi di Darwin dicono che gli esseri viventi che meglio si adattano all’ambiente sopravvivono mentre chi non si adatta soccombe o comunque non si riproduce. Il concetto può essere esteso anche ai gruppi di esseri viventi homo sapiens compreso, il gruppo che riesce ad adattarsi al suo ambiente utilizzando caratteristiche vincenti sopravvive e soppianta o assorbe gli altri gruppi.
      Quindi (ammesso che in passato il sistema fosse matriarcale, ipotesi che ho accettato nell’articolo ma per niente certa) il passaggio al sistema patriarcale è stato dovuto alle sue caratteristiche che si sono dimostrate vincenti in quel determinato periodo storico . Le ipotesi sono molte, ad esempio una è l’invenzione dell’aratro. La mia opinione è che le alleanze matrimoniali con paternità certa, (la femmina si spostava presso il clan del maschio e quindi i figli avrebbero comunque avuto mezzo patrimonio genetico di qualcuno del clan), abbiano creato rapporti molto stretti tra diversi gruppi umani che hanno quindi iniziato a collaborare creando società sempre più grandi e complesse.
      Il resto del suo intervento è una tirata ideologico moralisteggiante che posso anche rispettare ma non ha elementi di discussione. Meno male che sostiene di non volermi indottrinare, non oso immaginare cosa avrebbe scritto se avesse voluto indottrinarmi.

      La prego di non considerarla una scortesia nei suoi confronti né un giudizio sulla sua persona ma solo una constatazione: ho l’impressione che lei faccia minestroni di parole.

      E’ questa una tecnica della propaganda chiamata “sovraccarico cerebrale” ovvero si sparano a raffica parole per saturare le risorse cerebrali della controparte ma funziona solo nei dibattiti televisivi perchè l’altro deve trovarsi a dover interpretare un minestrone di parole in un tempo molto limitato. Ovviamente con il testo scritto dove il parametro tempo non è critico la cosa non funziona.

      In ogni caso ha chiarito la sua posizione che rispetto ma non condivido.
      La saluto

  3. Alcolp

    Bell’articolo, competente e di facile fruizione. Spiegato bene, sintetizzato il giusto e scritto con la semplicità di chi vuole comunicare e non esporre. leggo dei commenti che sinceramente delineano tratti di una società che ormai delira, si rancoriza, si femminizza a mo di tendenza e superficialità di chi non sa che ruolo avere….

  4. Valentina

    Si femminizza? detto in modo dispregiativo? non ho parole.

  5. Lidia

    Certo, ma si dovrebbe forse partire da un elemento di base essenziale, il rapporto tra comunità matrilineare e appropriazione privata (maschile), come propone Karlo Raveli
    e forse le cose si semplificano …in modo e direzione radicale!

  6. Blu

    Complimenti, ottimo articolo!

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