I recenti fatti di cronaca con statue vandalizzate, (azioni che ovviamente giudico essere estremamente negative), ci offrono l’opportunità di riflettere su come giudicare i personaggi storici.
Come giudicare un personaggio storico? Cesare ad esempio fu un grande politico e un grande generale ma fu anche un criminale di guerra addirittura per i criteri degli antichi romani. Fu un seduttore seriale e, come disse Bertolt Brecht “La cosa più grande di Cesare erano i suoi debiti…”. Di certo non fu un santo e spesso anche i santi hanno molti peccati di gioventù e parte di questi, ad esempio quelli anoressici, oggi sarebbero considerati malati e bisognosi dell’assistenza di uno specialista.
Non è un problema da poco, voler racchiudere un personaggio storico in un giudizio globale è sempre stata la tentazione di molti e in tutti i tempi.
Poiché Hitler è il super cattivo allora sono obbligato a dire che sia stato un pessimo pittore?
Che Guevara era quello che perseguitava omosessuali e dissidenti o l’eroe rivoluzionario da portare sulla maglietta?
Poiché si ritiene che il fascismo abbia fatto solo cose cattive allora è stata una cosa sbagliata l’aver abolito la schiavitù nelle colonie oppure aver introdotto in Italia le ferie pagate?
San Francesco era il gaudente ragazzo viziato oppure quello che ha riportato nella chiesa i suoi valori ormai sempre più sbiaditi? Era il Santo raccontato nell’agiografia o l’uomo raccontato nella prima biografia non riveduta e corretta?
Temo che se volessimo rappresentare sulle statue solo i super puri dovremmo riprodurre in effige solo Gesù Cristo.
Secondo me è impossibile racchiudere un essere umano (o una esperienza umana) in un giudizio complessivo e dobbiamo partire dal presupposto che ognuno di noi spazia su più piani, in qualcuno eccelle in altri arranca. Quando celebriamo qualcuno lo facciamo per aver giganteggiato in un campo, per aver cambiato il corso della storia, per aver fatto qualcosa degno di nota o aver rappresentato una aspirazione, un bisogno oppure aver incarnato lo spirito del suo tempo o del suo popolo.
Masaniello è ancora oggi una icona per Napoli eppure a ben guardare fu un capopopolo senza alcuna visione strategica che finì per essere peggiore di quelli che voleva combattere, date queste premesse ci sarebbero ottime ragioni per buttare Masaniello nella pattumiera eppure sarebbe una cosa sbagliata in quanto ha rappresentato un momento storico, un desiderio di giustizia e un popolo che si è ribellato ai soprusi.
Non è l’uomo che si celebra e neppure il politico (addirittura inesistente nel caso di Masaniello) ma l’eccezionalità di una impresa e quello che ha rappresentato .
Le statue dedicate a Cristoforo Colombo celebrano il visionario che esce dagli schemi e si impegna per realizzare il suo sogno. Con la sua impresa ha cambiato il mondo al punto da essere considerata lo spartiacque tra due epoche, il medioevo e l’età moderna.
La sua impresa generò anche dei grossi problemi alle popolazioni indios? Si! Non fu un santo? Certo! Ma ciò non toglie nulla all’eccezionalità della sua impresa e della sua visione senza contare che senza quell’impresa gli Usa non esisterebbero e sarebbe senza senso pensare che uno statunitense orgoglioso del suo paese non possa considerare la scoperta dell’America come un elemento fondamentale e quindi importantissimo per la nascita della sua Nazione.
Di Montanelli si possono discutere le sue scelte giovanili ma la sua statua nel posto dove subì l’attentato delle BR non celebra l’uomo Montanelli nella sua completezza ma celebra solo colui che ha rappresentato un baluardo in Italia contro la barbarie portata dal terrorismo e la sua professionalità nel giornalismo.
E’ l’eccezionalità in qualcosa che le statue celebrano e non l’essere umano il cui giudizio complessivo sarà, per chi ci crede, formulato durante il Giudizio Universale.
Ovviamente è lecito discutere di ogni personaggio storico e, volendo, anche analizzarlo a 360° ma questo è altro discorso e nulla ha a che vedere con le statue. La damnatio memoriae è sempre una azione politica che risponde ad esigenze di parte non sempre cristalline e di certo non può essere un metodo accettato da una civiltà evoluta.
Ettore Panella
Nota: l’immagine mostra un caso di damnatio memoriae dell’antichità, l’imperatore Caracalla fa eliminare l’immagine del fratello dal quadretto familiare.