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Gli ormoni sono fondamentali per il corretto funzionamento del nostro corpo e per il corretto sviluppo sessuale.  Molte sostanze note come interferenti endocrini potrebbero essere la causa di diversi danni a carico degli organi sessuali e dell’identità sessuale.

Diverse centinaia di molecole comunemente usate sono sospettate, (alcuni studi in realtà le considerano certamente pericolose), di essere degli interferenti endocrini.  Gli ormoni sono dei “messaggeri” che permettono alle varie parti del corpo di coordinarsi e cooperare.  Gli interferenti endocrini sono molecole con struttura molto simile a quella di un ormone e sono quindi capaci di “ingannare” gli organi del nostro corpo che in pratica scambieranno per legittimi dei messaggi “farlocchi”.

Tra i danni causati da queste sostanze sono rilevanti quelli a carico degli organi sessuali e forse dell’identità sessuale.
Nel mondo occidentale il numero medio di spermatozooi si è ridotto del 50%, c’è un aumento delle malformazioni agli organi sessuali maschili e si collega a queste sostanze l’aumento dei casi di  cancro ai testicoli. Per quanto riguarda invece le donne si sospetta che gli interferenti endocrini anticipino la pubertà (in Italia si registra un anticipo medio rispetto al passato di circa 2 anni) e abbiano un ruolo nell’incidenza dei tumori al seno.

Possono gli interferenti endocrini alterare l’identità sessuale del feto in formazione?

La sessualizzazione del feto è un processo che si svolge durante la vita intrauterina attraverso diverse fasi, in alcune si sessualizza il corpo e in altre il cervello.  In condizioni normali il sesso del corpo e quello del cervello sono allineati (ovvero o entrambi femmina o entrambi maschio) in alcuni casi , si ritiene per squilibri ormonali in una o più fasi dello sviluppo, invece il corpo può svilupparsi in un sesso e il cervello in un altro, (nel caso di disallineamento vince sempre il cervello e l’individuo con questo problema cercherà di adattare il suo corpo al sesso del cervello).

A riprova  di quanto detto possiamo guardare al passato: quando  i medici erano molto disinvolti nel prescrivere cure ormonali e alle donne che correvano pericolo di abortire e somministravano loro un estrogeno sintetico (il dietilstilbestrolo).   Si è osservato che i maschi nati da madri così trattate mostravano un comportamento più tipico del sesso femminile.

Le brutte esperienze del passato hanno fatto scuola e i medici oggi non prescrivono più ormoni alle donne in gravidanza.

Come abbiamo visto la formazione dell’identità sessuale è un processo complesso e le alterazioni dei dosaggi ormonali possono avere conseguenze impreviste. Negli ultimi anni si è verificato un forte inquinamento causato dall’ ormone estrogeno immesso massicciamente nell’ ambiente in vari modi.
E’ stato osservato un fenomeno curioso, aumentavano i casi di tumore alla prostata nei paesi dove era maggiore l’uso della pillola anticoncezionale i cui estrogeni immessi negli scarichi fognari con le urine poi finivano nelle acque superficiali. Non essendo i sistemi di filtraggio capaci di eliminare gli estrogeni questi potrebbero finire nell’acqua potabile. Una ricerca inglese ha scoperto che nei fiumi inglesi molti pesci di sesso maschile cambiavano praticamente sesso proprio in prossimità degli scarichi fognari.

Al di là del possibile effetto inquinante della pillola anticoncezionale bisogna dire che esistono moltissime sostanze ad attività estrogeniche e che non raramente vengono usate in agricoltura, addirittura anche una bottiglia di plastica lasciata al sole libera molecole simili agli estrogeni che finiscono poi nel liquido che beviamo.

In che modo allora le molecole simili agli estrogeni possono interferire? Oltre alla già citata sterilità maschile (in forte aumento) non è da escludere che l’inquinamento da queste sostanze possa avere un ruolo nell’ osservato calo del desiderio maschile ed è ragionevole ipotizzare degli effetti indesiderati sul corretto sviluppo sessuale del feto.

Come l’inquinamento possa modificare il normale sviluppo dei feti umani è quindi  argomento di grande attualità e merita un approfondimento che non si ferma al solo “inquinamento ormonale”, ad esempio alcuni hanno ipotizzato che l’incremento del deficit dell’attenzione nei bambini sia dovuto ai residui di cocaina presenti nei fiumi (e quindi nelle acque potabili) assunti involontariamente dalle loro madri in gravidanza.

Ettore Panella

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