Al momento stai visualizzando I condizionamenti inconsapevoli. Sicuri di essere veramente liberi?

Leggendo un articolo su Focus, (quindi una rivista scientifica sia pur divulgativa), mi è subito balzato agli occhi l’effetto di un condizionamento occulto che ha colpito l’autrice. Trovarlo in chi si occupa di scienza  lo reputo un pessimo segnale.

Noi tutti siamo condizionati in qualche modo dagli altri e il più delle volte non ne siamo consapevoli. Un esempio, secondo me illuminante, lo ho trovato su Focus numero 320 all’interno dell’articolo “l’evoluzione della specie e del sex appeal” . L’articolo si occupa dei fattori fisici di attrazione tra i sessi , (seno, sedere, torace ampio, capelli ecc.), e quindi  di una questione puramente biologica in quanto alcune determinate caratteristiche fisiche non sono altro che indicatori di salute e buoni geni utili da trasmettere ai figli.
Poiché l’articolo si occupa di differenze e fattori di attrazione tra i sessi nell’homo sapiens, (la nostra specie), è determinante definire il sesso del soggetto di cui si parla in quel paragrafo e quindi la coppia (uomo/donna) oppure in alternativa la coppia (maschio/femmina).

Poiché le mie conoscenze della lingua italiana non sono di altissimo livello non mi ritengo in grado di indicare l’uso opportuno, (magari si può chiedere consiglio all’accademia della Crusca), posso però dire come ho scelto di regolarmi io.
Se l’aspetto biologico è preminente su quello culturale allora uso la coppia (maschio/femmina) , se invece ad essere preminente è l’aspetto culturale allora uso la coppia (uomo/donna). Posso derogare a questa mia regola solo se vi sono troppe ripetizioni e il testo risulterebbe eccessivamente appesantito.

Secondo me, l’articolo in questione, (che ci tengo a precisare è di buon livello), avrebbe dovuto usare (maschio/femmina) in quanto è questo il modo corretto per affrontare le questioni biologiche.  Perché al contrario l’autrice ha usato la coppia (uomo/donna) per quasi tutto l’articolo?
Ma la domanda  interessante è :  perché nell’articolo compare 6 volte il termine maschio e 0 volte il termine femmina?

Ho ovviamente escluso la ricorrenza dal conto complessivo del  termine maschio quando non può essere sostituito con uomo (ad esempio quando dice: chi ha un viso “maschio”) ma ho contato, ad esempio, quando dice “maschi gracili” perché in quel caso avrebbe potuto usare uomini gracili.

Un tempo l’uso della coppia (maschio/donna) era un criterio per identificare il pensiero cosiddetto nazifemminista in quanto era tipico di questa ideologia ridurre alla componente animale, (considerata erroneamente inferiore) l’uomo e ricondurre alla componente culturale, (considerata erroneamente superiore) la donna.

Personalmente non amo l’uso del termine nazifemminismo in quanto questo sottintende l’essere una ideologia figlia del nazismo  ma questo è evidentemente falso. Il cosiddetto nazifemminismo si è sviluppato in maniera autonoma rispetto al nazismo anche se è arrivato alle stesse conclusioni per quanto riguarda il sesso maschile raggiunte dal nazismo per quanto riguarda gli ebrei. Non a caso io preferisco usare un modo molto semplice per individuare questa ideologia, sostituisco tutte le occorrenze del termine maschio oppure uomo, (inteso come sesso maschile), con ebreo, se la frase risultante è coerente con il pensiero nazista allora si può parlare di nazifemminismo.

Ancora più interessante è il fatto che le 6 volte in cui compare il termine maschio si trovano solo nell’ultima pagina e questo ci lascia supporre che l’autrice abbia resistito per 3 pagine tenendo saldo l’uso di (uomo/donna) e nell’ultima pagina non sia più riuscita a resistere o meglio la sua autocensura è venuta meno ma non al punto da usare anche il termine femmina.

Conclusioni

Leggo la rivista focus almeno dal 2006 e posso escludere categoricamente che abbia una linea editoriale vicina ad ideologie perverse eppure risulta positiva al criterio della coppia (maschio/donna) perchè?

E’ il politicamente corretto bellezza!

Non si capisce per quale motivo il politicamente corretto abbia abolito il termine femmina negando la componente biologica alla donna ma è successo e inconsapevolmente in molti si sono adeguati.
Pericoloso che a farlo sia un giornale che , sia pur divulgativo, si occupa di scienza. La scienza deve essere libera  e quindi libera anche dal condizionamento del politicamente corretto.

 

 

Nota
In copertina un dettaglio del dipinto “il dettato” di Demetrio Cosola

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