In questo articolo, esplorerò i pro e i contro di due proposte relative alla scuola: l’abolizione delle classi miste; l’implementazione di quote celesti nel reclutamento degli insegnanti.
Facciamo alcune osservazioni preliminari
Seligman, facendo riferimento al notevole contributo di Carol Dweck, rinomata esperta di sviluppo emotivo, descrive una dinamica distinta tra i due sessi all’interno dell’ambiente scolastico:
<<Immaginiamo di entrare in una classe […] è una forte differenza tra il comportamento delle femmine e quello dei maschi. Le femmine sono per la maggior parte un piacere per l’insegnante: siedono quiete, anche a mani congiunte, e sembrano ascoltare con attenzione. Quando non si comportano adeguatamente, bisbigliano e fanno risatine, ma fondamentalmente rispettano le regole. I maschi sono una pena. sono irrequieti anche quando tentano di stare seduti, cosa che non fanno spesso. Sembra che non ascoltino e non rispettano le regole tanto scrupolosamente quanto le femmine …>>
Le riflessioni della dottoressa Louann Brizendine aggiungono ulteriori informazioni:
<<I maschietti reagiscono all’ambiente in modo più fisico rispetto alle bambine. In pratica i loro muscoli si contraggono in risposta a quanto vedono accadere attorno a loro, e questa differenza può significare che usano i muscoli e il sistema nervoso più delle bambine anche per pensare ed esprimersi. […] Gli scienziati definiscono questo procedimento cognizione incorporata, perché i muscoli e le parti del corpo che si usano per imparare un termine resteranno collegati al suo significato. Ciò vale per tutti i cervelli, ma sembra particolarmente importante nei maschi. Con buona pace degli insegnanti i bambini che si dimenano molto imparano meglio di quelli che restano fermi (Louann Brizendine)>>
Notiamo quindi che l’irrequietezza maschile non è solo un comportamento da gestire, ma potrebbe essere un meccanismo adattativo per un apprendimento più efficace. Questa prospettiva entra in contrasto con un modello scolastico che predilige la standardizzazione dell’insegnamento con studenti immobili e silenziosi che passivamente ricevono la conoscenza dall’alto.
Nell’adolescenza, si intensificano ulteriormente le sfide educative.
<<Persino i bravi studenti possono cominciare a odiare profondamente la scuola una volta iniziate le medie superiori (Louann Brizendine)>>
In questo periodo, gli ormoni giocano un ruolo cruciale, causando fluttuazioni nell’equilibrio emotivo e cognitivo degli adolescenti di entrambi i sessi, preparandoli per le sfide percepite dalla natura come imminenti.
<<Lo scopo principale di un ormone è preparare nuovi comportamenti modificando le percezioni cerebrali. Testosterone e vasopressina alterano la percezione della realtà di un maschio adolescente così come l’estrogeno e l’ossitocina alterano il modo di percepire la realtà dell’adolescente femmina […] Quando diventeranno uomini questi comportamenti li aiuteranno a difendere e proteggere le persone care: prima però dovranno imparare a controllare questi impulsi innati (Louann Brizendine)>>
La comprensione del proprio posto nella gerarchia sociale, un fenomeno noto come “ordine di beccata” dagli etologi, assume particolare importanza in questa fase della vita dei maschi.
<<Gli esseri umani sono molto interessati al rango sociale anche perché questo è connesso con quella che Darwin definì “selezione sessuale”. Le femmine di molte specie, ma soprattutto dei primati, scelgono di accoppiarsi con certi maschi e di scartarne altri [ ]… Come sceglie allora la femmina? Spesso guarda al rango sociale come a un utile indizio – (Simon Baron-Cohen: Questione di cervello)>>
Questo bisogno di trovare il proprio rango sociale può condurre gli adolescenti a sfidare le figure autorevoli, inclusi gli insegnanti.
<<… Alcuni adolescenti finiscono per mettere alla prova la propria posizione nella gerarchia di comando, e quindi non è insolito che ingaggino una prova di forza con una figura autorevole, in particolare uno dei genitori … (Louann Brizendine)>>
Questo diventa particolarmente problematico per le madri single quando la figura paterna è assente o meno presente, spostando l’inevitabile sfida gerarchica verso la madre.
Ovviamente se vuoi comprendere il tuo posto nella gerarchia sfidi i tuoi pari, ma anche i superiori e tra questi gli insegnanti.
Classi differenziate per sesso?
All’interno del dibattito sulla qualità dell’educazione, emerge la proposta di reintrodurre la divisione delle classi per sesso. Questo metodo, da quanto detto prima sulla differenza tra studenti maschi e femmine, migliorerebbe l’apprendimento, offrendo un ambiente più focalizzato per ognuno dei due sessi. Tuttavia, è fondamentale interrogarsi sulla validità e sulla sostenibilità di questa scelta nel lungo termine, soprattutto riflettendo sulla natura degli ambienti lavorativi contemporanei, dove la coesistenza e la collaborazione tra i sessi è la norma.
Riporto alcuni passi del lavoro di Shaunti Feldhahn:
<<Come mi ha confidato un’amica: <<mi sembra che ci sia un codice segreto che conoscono tutti i miei colleghi tranne me>>. Quello che hanno notato è assolutamente vero. Ma non è un segreto e tantomeno un codice. Piuttosto si tratta di un insieme molto radicato di aspettative maschili che possono essere scoperte e comprese una volta che si sa finalmente cosa cercare. (Shaunti Feldhahn – perché gli uomini fanno sesso con il lavoro e le donne se ne innamorano)>>
Feldhahn osserva come gli ambienti lavorativi maschili siano spesso regolati da un insieme non scritto di aspettative, il “codice maschile”. La comprensione di questo codice da parte delle donne può aprire porte e creare opportunità, facilitando l’interazione e riducendo il disagio nei contesti professionali.
<<Mi è capitato spesso di conoscere donne in gamba, dotate di grande talento, che danneggiano la propria carriera perché trattano gli uomini con cui lavorano come nessun uomo farebbe mai con uno del suo stesso sesso (Shaunti Feldhahn – perché gli uomini fanno sesso con il lavoro e le donne se ne innamorano)>>
Nell’obiettivo di costruire una società dove uomini e donne siano in grado di interagire efficacemente a tutti i livelli, il ritorno alle classi separate per sesso potrebbe non essere la strategia più efficace. Una soluzione che separi i sessi durante un periodo così formativo della vita potrebbe non preparare adeguatamente gli individui a condividere gli spazi e collaborare nel mondo reale.
Quote celesti nella scuola?
Personalmente ho sempre avuto perplessità sulle quote. Le quote, intese come preferenze basate su caratteristiche sessuali durante il processo di selezione, non sono a mio avviso una garanzia di miglioramento qualitativo. In effetti, la scuola, seguendo un modello produttivo standardizzato, potrebbe non trarre beneficio dalla semplice presenza di insegnanti di sesso maschile, in fondo perché dovrebbero impegnarsi di più ? Perché non dovrebbero preferire il modello di insegnamento standardizzato ottimizza i vantaggi per l’insegnante e ne riduce gli svantaggi? Chi glielo fa fare di aumentare il suo carico di lavoro?
Se c’è la volontà effettiva di offrire agli studenti maschi un percorso scolastico più adatto a loro e non una semplice riduzione della disparità tra insegnanti maschi e femmine allora la mia proposta si orienta verso una strategia più incisiva e meno superficiale. Se nell’infanzia, il sesso dell’educatore tradizionalmente non ha rappresentato un problema significativo essendo sempre state le donne ad occuparsi dei bambini, la cosa cambia con l’adolescenza quando nelle società del passato i maschi raggiunta una certa età venivano sottratti al mondo femminile e fatti entrare in quello maschile dove i maschi adulti li addestravano ai compiti maschili.
Quindi se per le elementari non c’è la necessità di assumere maestri, ma al limite introdurre figure professionali che, avendo una profondo conoscenza del mondo maschile e delle relative modalità di apprendimento, possano supportare gli insegnanti nel loro lavoro quotidiano, nel caso degli altri ordini scolastici la situazione cambia.
Oggi le famiglie sono molto instabili e crescono i divorzi conflittuali che fanno perdere al ragazzo ogni contatto con il padre e tutto il suo ramo familiare. Se a questo ci aggiungiamo che la società sta delegittimando le figure maschili e che il ragazzo a scuola si troverà in una specie di gineceo dove dalla bidella alla preside sono tutte donne allora diventa chiaro il problema. Un ragazzo non può imparare ad essere uomo da una donna e dovrà cercare i modelli da seguire tra i suoi pari, tendenzialmente il capo branco. La mancanza di figure autorevoli maschili con cui confrontarsi e anche contestare può creare un deficit nel processo di formazione dell’identità maschile con conseguenza ragazzi abbandonati a sé stessi e baby gang.
Perciò, anziché semplici quote, sarebbe più produttivo selezionare insegnanti maschi con una solida comprensione delle dinamiche adolescenziali maschili, che possa assumere anche un ruolo di tutor e guida all’interno dell’ambiente scolastico.
Non dobbiamo neppure trascurare l’importanza di figure maschili autorevoli per l’educazione delle ragazze. Le interazioni con insegnanti maschi possono essere altrettanto vitali per il loro sviluppo, contribuendo a una comprensione più equilibrata delle dinamiche interpersonali e tra i sessi.
Inoltre, è essenziale estendere il nostro focus oltre il contesto scolastico. Persone di grande successo come Gates, Jobs e Zuckerberg hanno interrotto i loro studi, eppure hanno avuto un impatto incommensurabile sull’economia. Valorizzare le capacità uniche dei giovani talentuosi che si allontanano dai percorsi educativi convenzionali potrebbe essere decisivo per il progresso economico del nostro paese e per il mantenimento di standard elevati di welfare. Non dimentichiamo che l’ossatura del nostro sistema industriale è stato realizzato da uomini con bassa scolarizzazione.