Al momento stai visualizzando Perchè gli exit poll non funzionano?

 Grazie agli exit poll avremmo dovuto conoscere i risultati elettorali dopo pochissimo tempo dalla chiusura delle urne eppure , a causa di diverse figuracce, hanno perso il loro credito.  I sondaggi, specie telefonici possono essere strumenti utili ma nascondono insidie spesso sottovalutate e di cui bisogna tener conto nei lavori con velleità scientifiche. Vediamo perchè la verifica sul campo è indispensabile.

  

 

All’inizio degli anni trenta lo psicologo Richard La Piere fece un interessantissimo esperimento. Si propose di accompagnare un suo nuovo studente e la moglie giunti da poco dalla Cina a conoscere gli Stati Uniti. La coppia non lo sapeva ma sarebbe stata la cavia di un esperimento. In quel periodo storico i cinesi erano molto mal visti e il professore voleva verificare se albergatori e ristoratori si sarebbero rifiutati di servire i due giovani. Allo psicologo l’idea  venne quando accompagnò la coppia in un albergo famoso per i suoi atteggiamenti ostili verso gli orientali,  con sua somma sorpresa i dipendenti non fecero alcuna obiezione, furono cortesi  e diedero una stanza alla coppia. Incuriosito dall’inatteso comportamento decise di fare una verifica e  telefonò allo stesso albergo il giorno dopo dicendo di voler prenotare una camera per un importante uomo d’affari orientale. Senza troppi complimenti gli addetti della reception gli comunicarono che non c’era posto.  Incuriosito da questa evidente discrepanza tra quanto l’hotel professava e quanto in realtà faceva decise di intraprendere un viaggio di 16mila km in auto fermandosi in 66 hotel e 184 ristoranti.

Mentre il giovane cinese si occupava di contattare gli addetti dell’hotel o del ristorante scelto lo psicologo di nascosto prendeva nota.  L’atteggiamento degli esercenti fu quasi dappertutto cortese e premuroso portandolo a credere che l’ostilità verso la clientela cinese fosse solo una diceria.

Sei mesi dopo il dottor La Piere  iniziò la seconda parte dell’esperimento inviando un questionario a tutti gli esercizi presso cui erano stati ospitati chiedendo:
“accettereste rappresentanti della razza cinese come ospiti della vostra struttura?  “
Ovviamente questa domanda era mischiata ad altre domande simili in cui veniva cambiato solo il popolo in oggetto, ad esempio tedeschi, francesi ecc.
I risultati ebbero dell’incredibile, il 90% degli interpellati dichiarava che i cinesi non erano benvenuti e solo il 10% degli interpellati barrava la casella “non so”. Soltanto una proprietaria rispose che erano benvenuti giustificando la risposta con il fatto di aver avuto ospiti un signore simpatico e la sua dolcissima moglie di origine cinese.

In pratica gli esercenti avevano dichiarato un comportamento, in linea con le norme sociali del tempo, diversissimo da quello realmente tenuto.

Richard Wiseman, il mio preferito tra gli psicologi sperimentali, dice testualmente nel suo libro Quirkology – la strana scienza della vita quotidiana:
In ricerche più recenti, gli studiosi hanno raccolto numerose prove del medesimo fenomeno, con individui che affermavano di non essere razzisti (in linea con le odierne norme sociali), ma poi si comportavano come tali.

A causa di questo fenomeno molti ricercatori hanno smesso di far barrare caselle di questionari alla gente ed hanno seguito l’esempio di La Piere.

Lo stesso Richard Wiseman fece un sondaggio in collaborazione con il Daily Telegraph. In questo sondaggio  l’8% delle persone dichiarò di non aver mai mentito.  Un risultato incredibile, chi non ha mai mentito se non altro per quieto vivere o per non creare incomprensioni o litigi?  Lo stesso psicologo commenta il suo esperimento dicendo di sospettare che, a quanto pare, esiste un 8% di persone che non riesce a dire la verità neanche in un questionario anonimo.

 

Fece discutere la ricerca condotta dalla dottoressa Catherine Hakim, sociologa della London School of Economics la quale stabilì che le lamentele secondo cui gli uomini in casa non si dessero da fare era falsa e che anzi gli uomini facessero già molto più di quanto gli venisse effettivamente  riconosciuto.  Anche in questo caso lo staff della dottoressa invece di utilizzare improbabili sondaggi è andata a conteggiare sul campo il tempo effettivamente impegnato.
Anche in questo caso vediamo come le ricerche basate esclusivamente su sondaggi e questionari continuino sempre a mostrare la donna oppressa dai lavori casalinghi mentre la ricerca sul campo cambia le carte in tavola o le ridimensionano fortemente nel caso di coppie senza figli.

 

Avevo sempre sperato di ricevere la  telefonata di un  sondaggio pre elettorale per studiare e capire come l’operatore telefonico interagisse con l’intervistato. Riuscii a trattenere a stento l’incredula felicità quando alla vigilia di una importante competizione elettorale ricevetti la fatidica telefonata.

Prima di raccontare l’episodio voglio spiegare perchè era importante.  Nelle interazioni tra due, (o più persone), il comportamento dell’una influenza inconsapevolmente quello dell’altra.  La cosa è stata dimostrata con alcuni geniali esperimenti, in uno di questi i ricercatori hanno invitato alcuni uomini a parlare alcuni minuti con una donna sconosciuta. A metà di loro hanno mostrato la foto di una donna molto bella mentre agli altri quella di una donna esteticamente molto meno gradevole. In realtà tutti hanno parlato con la stessa donna. Alla fine dell’esperimento hanno ovviamente notato un diverso modo di interagire ma non è stata questa la cosa interessante. Hanno preso solo la parte di registrazione in cui era la donna a parlare e l’hanno fatto ascoltare ad altre persone chiedendo se questa donna fosse bella o meno. Tutti quelli che avevano ascoltato la donna parlare con uomo che la ritenesse bella dissero che lei era bella mentre tutti quelli che avevano ascoltato la registrazione in cui lei parlava con un uomo  convinto di interagire con una donna poco attraente da un punto di vista estetico avevano confermato questa opinione.

Gli stessi ricercatori hanno verificato lo stesso fenomeno usando dei colloqui di lavoro simulati. Ai selezionatori davano la scheda di una persona mettendoci una nota del tipo molto qualificato o poco qualificato, (le note venivano mese a casaccio). Quando i selezionatori pensavano di avere davanti una persona molto qualificata lanciavano inconsapevolmente molti segnali positivi, erano molto distesi e affabili e il candidato stabiliva una buona intesa, sorrideva parecchio e faceva una figura migliore. Quando i selezionatori pensavano di avere a che fare con un candidato poco qualificato lanciavano, senza accorgersene, segnali negativi ed erano meno incoraggianti rendendo il candidato meno disteso portandolo quindi a fare una figura peggiore.

 

Nella telefonata a cui ho accennato prima mi proposi di lasciarmi guidare dall’intervistatrice dicendo esattamente ciò che lei in cuor suo desiderasse io dicessi.   Tra qualche bugia e  qualche verità, (mezza o intera), devo essere riuscito perfettamente a lasciarmi guidare perchè alla fine il tono della ragazza era molto felice ed aveva smesso il suo tentativo, (almeno con me malriuscito), di mascherare le sue emozioni. Come i ricercatori hanno dimostrato, l’intervistatore condiziona l’intervistato. Sarebbe vero anche il viceversa se l’intervistatore non dovesse seguire un copione prestabilito.  C’è poco da fare, il rischio di voler compiacere il committente dando i risultati a lui più graditi è sempre in agguato e personale realmente esperto, freddo e impenetrabile, ammesso che esista, è raro e ha sicuramente un costo impegnativo.  La massimizzazione dei profitti può spingere ad utilizzare call center dove operano ragazzi inesperti o comunque incapaci di seppellire la loro emotività e questo può rendere poco credibili anche lavori preparati con le migliori intenzioni. Tutto questo senza considerare il fenomeno studiato da La Piere che pure incide e non poco.

 Veniamo infine agli exit poll, chi li svolge chiede ad un elettore uscito dall’urna elettorale di ripetere il suo voto. Apparentemente il sistema dovrebbe essere perfetto ma non è così per il semplice motivo che non si tiene conto del fenomeno verificato da la Piere.  Nelle elezioni politiche del 2006  all’unione dell’On. Prodi venne attribuito un  50-54% di consensi contro il 45-49% della casa delle libertà dell’On. Berlusconi. I risultati definitivi invece daranno una sostanziale parità  con rispettivamente con il 49.8% e 49.7%.

Cosa era successo? L’elettore che ha ritenuto giusto dare il suo consenso all’On. Berlusconi premier  poi nella votazione simulata ha agito in funzione di una specie di convenzione sociale secondo cui non fosse opportuno votarlo oppure un elettore abitualmente delle forze che componevano l’unione , di fronte alla scheda elettorale ha ritenuto l’On.Berlusconi piiù meritevole del proprio voto ma poi nella votazione simulata si è comportato come la sua storia politica suggeriva.
Stessa cosa è avvenuta nelle ultime elezioni politiche in Italia. Gli exit poll davano un vantaggio minimo all’On. Berlusconi rispetto all’On. Veltroni suo antagonista,  vantaggio che però a risultati definitivi risultò essere molto più ampio di quanto previsto.

Negli Stati Uniti lo stesso fenomeno è stato chiamato  effetto Bradley dal nome del candidato nero a governatore della california, Tom Bradley. I sondaggi lo davano vincente con un largo vantaggio ma fu sconfitto. Nei sondaggi una parte dell’elettorato bianco si era espressa favorevolmente nei suoi confronti in ossequio alle norme sociali in vigore ma nell’urna ha optato per il candidato bianco.

 

Ettore Panella

 

 Bibliografia

Richard Wiseman: Quirkology – la strana scienza della vita quotidiana

Richard Wiseman: fattore fortuna

http://www.corriere.it/cronache/10_agosto_05/lavori-casa-uomini_3b97a964-a07f-11df-bc17-00144f02aabe.shtml

 

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