Perchè l’attuale sistema di gestione delle separazioni trasforma i figli in ostaggi e come se ne può uscire?
E’ importante notare prima di tutto che quando a separarsi sono persone civili e genitori responsabili ,i quali si rivolgono all’avvocato per definire legalmente accordi già presi o su cui c’è ampia volontà di definirli amichevolmente, i problemi risultano essere pochi e tuttosommato gestibili. Paradossalmente i problemi gravi a cui ci siamo abituati si osservano nelle coppie che si rivolgono ad un sistema giudiziario che appare sempre più incapace di dare risposte positive se non addirittura appare come un moltiplicatore di conflitti specie se la coppia ha figli.
Origine del problema
Al fine di arginare i problemi nati con la prima stesura della legge sul divorzio, il parlamento nel 2006 ha posto l’accento sull’interesse prioritario del minore. L’intento era lodevole però nella pratica si è trasformato il figlio in un jolly dove chi lo controlla ha accesso alle ex risorse comuni: casa, soldi, potere contrattuale ecc. Nelle intenzioni il figlio avrebbe dovuto essere il fruitore di un progetto genitoriale che non cessa con il matrimonio ma nei fatti è diventato un ostaggio.
Perchè il sistema invece di risolvere i problemi li aggrava?
L’errore è stato proprio delegare acriticamente al sistema giudiziario la definizione delle condizioni di cessazione del matrimonio perchè si tratta di un sistema basato su un vincitore e un soccombente, costruito come trasposizione del duello tra contendenti davanti ai componenti del villaggio per stabilire i torti e le ragioni. In questo sistema ad “incrociare le armi” e a sfidarsi a singolar tenzone sono gli avvocati per conto dei clienti.
Il modello di negoziato generalmente scelto e con cui molti avvocati hanno maggiore dimestichezza è il cosiddetto negoziato duro, (una forma di negoziato molto semplice, a tal punto che può essere fatto persino a gesti tra due persone che non parlino la stessa lingua), che però ha effetti collaterali molto pesanti come vedremo.
Il negoziato duro segue sempre schemi simili che si basano sulla pretesa di guadagni unilaterali come presupposto per iniziare la trattativa, trincerarsi sulle proprie posizioni, fare minacce e mostrarsi determinati a dare seguito a quanto minacciato.
L’esempio estremo di negoziato duro è quello dell’anonima sequestri che pone richieste estremamente alte come base della trattativa , minaccia l’uccisione dell’ostaggio e per dimostrare di essere determinati gli taglia l’orecchio ( vedi il caso del sequestro di Paul Getty).
I criminali non hanno compiuto questa deprecabilissima azione per sadismo ma solo perchè necessaria al tipo di negoziato scelto, il duro appunto.
Allo stesso modo, il genitore o peggio l’avvocato che minaccia la controparte con il classico: ” non ti farò più vedere i figli” non lo fa per cattiveria , (a parte ovviamente il caso purtroppo non raro di persone disturbate che vanno indirizzate verso forme di cura adeguate), ma semplicemente perchè il negoziato duro ha bisogno di minacce ma soprattutto di azioni dimostrative forti che chiariscano alla controparte che non si ha alcun tipo di scrupolo.
Tra gli effetti collaterali del negoziato duro c’è la fine definitiva di ogni rapporto che molto ma molto difficilmente potrà essere riallacciato in seguito.
Poichè si spera sempre che siano i figli a seppellire i genitori e non il viceversa è evidente che la separazione, per quanto burrascosa, non può e non deve chiudere tutti gli spiragli di collaborazione qualora ci siano figli. Senza considerare che propro l’uso sconsiderato dei figli contro l’altro genitore danneggia talvolta irrimediabilmente il rapporto genitore alienato e figlio.
Resto sempre stupito quando ascolto madri lamentarsi del fatto che dopo aver concluso la lunga trattativa per la definizione degli accordi l’altro genitore decida di essere assente. E’ come spargere il napalm su una foresta e meravigliarsi che muore perchè il negoziato duro impone sia di trincerarsi sulle proprie posizioni sia di mantenere le minacce, e questo è disastroso a causa dei tempi biblici della magistratura che costringono il genitore con l’ostaggio ad impedire i rapporti del figlio con l’altro genitore per molti anni e tutto ciò che ne consegue non scompare per magia.
Una variante suicida dello schema è il genitore con l’ostaggio che affida la trattativa all’avvocato estraniandosi dalla rudezza del negoziato duro. Il professionista in genere segue scrupolosamente l’incarico di ottenere il massimo senza preoccuparsi degli aspetti critici innescati ed infatti puntualmente due coniugi che si lasciano con una conflittualità diciamo 10 (giusto per fare un esempio) pur non avendo contatti tra loro si ritrovano con una conflittualità 100. E’ evidente che terzi ci abbiano messo del loro, potrebbe essere qualche familiare come più facilmente potrebbe averci messo del suo un avvocato.
Molto interessante è la disamina del dottor Salluzzo ( http://www.fenbi.it/docs/mas_sepdivaaff.pdf)
Il caso Shepps sembrerebbe rientrare nella variante perniciosa. I rapporti tra gli ex sembravano essere buoni all’inizio della separazione ma dopo una trattativa, di cui purtroppo non abbiamo registrazioni, lui si suicida e probabimente uccide le due bambine scrivendo:
«Senza l’affidamento congiunto non ce la faccio!! Invece di un dialogo ragionevole, ho ricevuto come risposta questi avvocati di merda. Tutti volevano aiutarmi, soltanto tu no! Mia moglie! Tutto ciò che volevo era una famiglia! Perdere te è stata già abbastanza dura, ma poi anche le bambine era troppo.»
Il particolare dei soldi inviati per posta alla madre uniti a quanto scritto lasciano sospettare che i legali della madre abbiano usato la classica minaccia delle frequentazioni alle bambine per ottenere più soldi.
Purtroppo ormai nessuno crede più nella capacità della magistratura di arginare l’alienazione genitoriale e questo è un problema serio perchè se è vero che i casi tragici siano statisticamente limitatissimi lo schema in esame ha comunque conseguenze pesantissime nella vita delle persone e dei bambini.
Il negoziato duro falsa la percezione del valore di ciò che si ottiene. I risultati ottenuti nell’immediato sembrano ottimi, specie se la controparte è sensibile all’ostaggio, però si dimentica sempre che un accordo è tanto migliore quanto più sarà rispettato.
Io dico sempre ai mediatori:
attenzione! Anche l’accordo più vantaggioso possibile calato dall’alto viene sempre visto molto male. Dovete far partecipare entrambe le parti alla definizione dell’accordo e, se possibile, dare loro l’impressione che sia farina del loro sacco.
Chi sente di aver subito una estorsione o che il proprio ruolo genitoriale sia di semplice bancomat non è giustamente motivato a mantenere gli accordi e chi ha prematuramente cantato vittoria alla conclusione del negoziato poi passa il suo tempo a correre dietro all’ex inoltre, sembra strano, ma chi si separa è come se credesse che il tempo si cristallizzasse. Sfortunatamente per loro i bambini crescono come cresce la complessità dei ruoli genitoriali e questo porta il possessore dell’ostaggio a rimpiangere le sue scelte passate nel momento in cui l’aiuto dell’altro tornerebbe utile.
Come uscire da questo circolo vizioso?
Esistono solo tre forme di negoziato: il morbido, il duro e il negoziato di principi. Senza entrare in inutili tecnicismi è necessario affermare come base di ogni trattativa il principio della genitorialità responsabile. Il bambino deve stare il 50% circa del suo tempo con un genitore che in quel periodo si prenderà cura di tutte le sue necessità e il restante con l’altro. Questo principio deve essere la base standard da cui parte il negoziato. Questo sistema , che vede anche il parere favorevole dell’ordine degli psicologi, ha diversi vantaggi:
a) innanzitutto impedisce che il naturale meccanismo del “guinzaglio sempre più lungo” venga attivato prematuramente. E’ volere della natura che ogni essere vivente diventato adulto prenda la sua strada mentre i genitori riversino cure e apprensioni sulla nuova prole, (mio padre, quando avevo cinque anni, era giustamente preoccupato se mi perdeva di vista, ma ora che mi avvio ai cinquanta anni non si preoccupa più di sapere sempre dove mi trovo, per mia fortuna!). I contatti fisici, gli abbracci e la quotidianità mettono in circolo l’ormone, (ossitocina), che cementa il legame e alimenta le cure parentali. Man mano che il figlio diventa sempre più indipendente i contatti si riducono e questo aziona l’allentamento della guardia. Un meccanismo perfetto che però non va azionato troppo presto;
b) impedisce ad un genitore di usare il bambino come ostaggio perché a priori la regola di fatto lo impedisce e ogni genitore sa di avere uno spazio educativo adeguato e non di nicchia e sarà quindi motivato a prendere seriamente la sua funzione invece di svolgere il ruolo di inutile babbo natale settimanale o alla fine demordere;
c) poiché ognuno provvederà al mantenimento e alle esigenze dei figli durante il proprio periodo di gestione si eviterà l’uso , (o il semplice sospetto), dei soldi del mantenimento dei figli per scopi diversi.
Sono possibili deroghe?
E’ questo il vantaggio del nuovo sistema, poiché nessuno possiede l’ostaggio il negoziato duro perde gran parte della sua efficacia permettendo di affrontare serenatemente tutti i problemi che possono esserci. Se un genitore ritiene di non poter rispettare l’impegno del 50% del tempo per motivi sicuramente legittimi, (ad esempio un capitano di lungo corso), può definire, con l’aiuto di un mediatore, un accordo ad hoc con il co-genitore. Questa sarebbe una vera e propria rivoluzione culturale, mentre adesso chi più desidera fare il genitore più è ricattabile e deve pagare col nuovo sistema chi meno vuole o può fare il genitore più deve pagare. Insomma si passerebbe dal penalizzare i comportamente positivi al penalizzare quelli meno positivi. Tra l’altro il mancato rispetto degli accordi riporterebbe al sistema base e quindi alla gestione per il 50% del tempo dei figli e questo sarebbe un importante incentivo a mantenere i patti.
Non è un sistema negativo per i figli?
Ovviamente la soluzione ottimale sarebbe una famiglia unita che cresca i figli in armonia, nel caso di cui ci occupiamo però questo non è possibile e dobbiamo ripiegare sul meno peggio. Al quesito ha già dato una ottima risposta l’ordine degli psicologi che si è pronunciato a favore e onestamente io non ho nulla di meglio da aggiungere se non linkare il loro documento.
http://rc-comunicazione.it/images/gs/Ordinedeglipsicologi.pdf
La questione è semplice, due genitori che hanno ben chiaro il benessere dei figli troveranno sempre le migliori soluzioni e se anche per assurdo un giudice desse delle disposizioni negative per i loro figli di comune accordo non ne terrebbero conto, anche perché come ho detto prima il sistema ammette deroghe purchè condivise e liberamente accettate. E’ nel caso di guerre a tutto campo degli ex coniugi che il sistema permette di evitare che il bambino venga catapultato in un tunnel di follia e si eviterebbero quei comportamenti che, (voglio essere buono), definirei ridicoli tipo il genitore che chiama la polizia affinchè vengano presi provvedimenti perché l’altro genitore fa qualche minuto di ritardo nel riconsegnare l’ostaggio oppure nonne denunciate per stalking perché vanno a vedere di nascosto i nipoti davanti alla scuola.
In caso di violenza?
Ha fatto molto scalpore la dichiarazione del PM Carmen Pugliese secondo cui l’80% delle denunce in fase di separazione sono false o enfatizzate. Per capirci l’80% significa che su 1000 denunce 800 sono false. Ovviamente anche questo è una conseguenza del negoziato duro, la denuncia falsa chiarisce che non si hanno scrupoli, (azione essenziale in questo tipo di negoziato). Purtroppo la situazione è diventata fuori controllo e costringe la magistratura a correre dietro ad inutili accuse strumentali con un disastroso effetto imbuto che impedisce di concentrarsi sulla frazione di denunce con qualche fondamento.
Combattere le denunce strumentali è necessario sia per liberare la magistratura sia per togliere forza al negoziato duro. In questo caso è’ opportuno innanzitutto inviare a visita specialistica entrambi i separandi per permettere ad un eventuale genitore con disturbi e volontà alienante di essere tempestivamente sottoposto a cura adeguata. I processi di questo tipo, specie se coinvolgono minori, devono avere una corsia preferenziale ed essere chiusi in brevissimo tempo per eliminare il vantaggio negoziale della falsa denuncia che si alimenta proprio grazie ai tempi biblici dei processi.
Infine le pene per chi falsamente denuncia non possono essere lievi nei fatti come avviene attualmente e l’avvocato che consiglia o si rende complice della falsa denuncia va radiato dall’albo, specie considerando che un professionista simile è capace di tutto, anche di cercare di corrompere un giudice.
Qual è l’alternativa alla genitorialità responsabile?
In passato le società umane cercavano di tenere lontani gli uomini dalle cure della prole fino a che questa non diventasse pre adolescente o comunque abile al fine di poter spostare come pedine i padri in caso di caccia a grandi prede, guerre, grandi opere ecc… Ultimamente si è chiesto agli uomini di prendersi cura dei figli riuscendoci nella grande maggioranza dei casi. Paradossalmente proprio nel momento in cui si sono ottenuti dei successi si è alimentata la percezione della paternità come un elemento di ricattabilità. Per fare un paragone è come con la crisi i cui effetti negativi vengono moltiplicati dal fatto che la gente percependo il pericolo smette di spendere. Allo stesso modo , pur essendo in realtà i casi di separazioni problematiche meno numerosi dei casi di separazioni corrette e di relazioni comunque solide, il rischio troppo alto disincentiva a creare famiglie stabili e i matrimoni decrescono ogni anno inesorabilmente , (le madri disincentivano fortemente i figli maschi). La natalità italiana decresce anche perché gli uomini sono sempre meno motivati e il sistema attuale sta creando un conflitto tra famiglia materna e famiglia paterna portando quest’ultima a disimpegnarsi , (in caso di separazione non si vedono più i nipoti a cui ci si era affezionati e che spesso si è cresciuti e questa è una sofferenza a cui ci si vuole giustamente sottrarre), impoverendo le relazioni dei nuovi nati.
Prospettive tecniche future
L’utero artificiale è ormai vicino, abbiamo tutte le tecnologie, vanno solo assemblate. Alcune ricerche hanno dimostrato la possibilità di ottenere sperma e ovuli dalle staminali, anche se più lontana come prospettiva tecnica permetterà addirittura l’autofecondazione.
Se queste tecnologie si caleranno su una società così conflittuale rispetto ai figli ci apprestiamo a vedere scenari raccapriccianti fatti di monogenitori e di relazioni umane sempre più povere dove un ramo di parenti non esiste più. Temo abbiamo solo una ventina di anni per tentare di recuperare una situazione che appare fortemente compromessa. Speriamo ci siano ancora spazi di manovra.
Approfondita analisi , con linguaggio chiaro e alla portata di tutti .,Quale padre separando e di umile cultura che sono, mi sento arricchito e conscio, in quanto viene descritto. Sfumato un primo tentativo di percorso per affidamento in tempi paritari, riconosco in me , anche se non carico di spirito vendicativo , la tendenza a scivolare nel desiderio di rivalsa a “spodestare” la controparte del 50% da cui eravamo partiti. Questo quasi inconsciamente.Mi serva da monito questo articolo per poter disporre il meglio per i figli e diventare un miglio padre rafforzando il mi esser cittadino. Concordo con l’autore sul degrado collettivo raggiunto dalle famiglie italiane in mancanza di argini e leggi serie che regolino e migliorino queste problematiche sociali.