Ormai non si contano le sfilate dove modelli uomini portano abiti chiaramente femminili, reggiseni compresi. Qual è il senso di ciò ed è veramente possibile l’unisex? Il tema rilanciato da Sanremo merita alcune considerazioni.
È corretto dire che il modo di vestire sia una convenzione, in genere l’abbigliamento viene pensato per motivi di praticità ma poi i vari elementi vengono declinati in molti modi a seconda delle mode.
È altrettanto corretto ricordare che gli esseri umani usano i vestiti anche per indicare agli altri il proprio sesso, il proprio status, la propria professione (vedi articolo: L’abito l”abito fa il monaco ).
Perché da noi i pantaloni sono considerati maschili e la gonna femminile?
I pantaloni sono stati ovviamente scelti per comodità, i romani li consideravano cose per barbari ma alla fine si sono imposti perché permettevano di sguainare meglio la spada e nei lavori pesanti, a cui erano gli uomini ad essere sottoposti, offrivano una maggiore comodità.
Per le donne invece la gonna non ostacolava le attività femminili e offriva una maggiore comodità nella vita di tutti i giorni, soprattutto in campagna visto che la maggior parte delle persone lavorava la terra in passato. Noi, erroneamente, crediamo che le mutande femminili siano un capo usato da sempre ma ciò è falso, è nell’800 che diventano un capo di uso comune (vedi nota 1).
Nel momento del bisogno a una donna sarebbe bastato chinarsi per fare ciò che necessitava contando sulla copertura delle lunghe e strette gonne per poi rialzarsi e riprendere le sue attività. Non essendoci la mutanda non sarebbe stata costretta alle manovre che dovrebbe effettuare oggi nelle stesse condizioni e che addirittura i pantaloni avrebbero reso maggiormente complesse con il rischio di mostrare troppo.
E’ proprio per questo motivo che i bambini di entrambi i sessi venivano coperti utilizzando dei vestiti femminili, (vedi Vestitino celeste o rosa? ), per facilitare l’espletamento dei bisogni.
Gli uomini possono indossare le gonne e le donne i pantaloni?
Trattandosi di una convenzione è possibile modificarla e in realtà le donne indossano tranquillamente i pantaloni anche se tendenzialmente di fattura diversa o comunque con qualche elemento distintivo. A parte, ovviamente, elementi quali il reggiseno o comunque abiti che svolgono una funzione specifica per un sesso piuttosto che per l’ altro si può cambiare la convenzione. Semmai la domanda è perché farlo?
Una funzione degli abiti è evidenziare gli elementi seduttivi e quindi peculiari di un sesso che attirano l’attenzione dell’altro. Ad esempio i tacchi a spillo servono a spingere fuori il seno ed il sedere per evidenziarli e catturare l’attenzione maschile.
Non a caso le reazioni di gran parte delle donne alla vista di modelli maschili vestiti con gli elementi caratteristici femminili sono ovviamente di disgusto.
L’identificazione del sesso di chi ci è di fronte è una informazione biologica di primaria importanza, con i feromoni segnaliamo il nostro sesso (vedi nota 2) e tutti inconsapevolmente buttiamo uno sguardo all’altezza dell’inguine di chi ci è dinanzi, come testimoniato dai programmi che controllano dove si posa lo sguardo (eye tracking).
Detto questo, i pantaloni sono stati ottimizzati per il mondo maschile e anche l’apertura davanti permette un comodo espletamento delle funzioni urinarie, sono ottimizzati per tutte le tipiche attività lavorative maschili, (infatti le donne hanno iniziato ad usarli in modo massiccio quando hanno iniziato ad occupare le tipiche attività maschili, per loro è stato necessario cambiare).
Utilizzare la gonna per un uomo non ha senso, non è utile e soprattutto non sarebbe utile per segnalare il proprio sesso, (la usano anche le donne), ed è proprio questo il punto focale della questione.
A ben vedere chi sostiene l’uso della gonna maschile non vuole un cambio di convenzione ma vuole proprio che si perda la possibilità di riconoscere il sesso di chi ci è di fronte mischiando le carte.
È proprio questo bisogno biologico che si desidera combattere, il problema è che diventa una rincorsa senza senso, il bisogno di segnalare il proprio sesso genera una nuova convenzione e subito dopo arrivano quelli che la vogliono abbattere e si va avanti all’infinito.
Ettore Panella
note
nota 1 : https://www.focus.it/cultura/storia/la-storia-delle-mutande
nota 2 : https://www.lescienze.it/news/2014/05/03/news/odore_feromoni_uomini_donne_olfatto_sesso_genere-2122976/
nota 3: La foto nell’articolo è di Águeda Bañón che si esibisce nella performance artistica, (o almeno da lei ritenuta tale), Pipì on the road.