Il principio enunciato dal programmatore Alberto Brandolini (bullshit asimmetry principle) è utile per orientarsi nel mondo delle fake news anche se può essere applicato anche in contesti più ampi.
Innanzitutto va detto che questo principio non riguarda solo le fake news (notizie false costruite da qualcuno per ottenere un vantaggio o comunque uno scopo di qualsiasi tipo, ad esempio fare uno scherzo che a causa di condivisioni impreviste si trasforma in un fenomeno virale).
Una qualsiasi opinione o credenza diffusa in perfetta buonafede dimostratasi poi errata rientra nella definizione di cazzata.
Il principio in esame dice:
l’ammontare di energia necessaria a confutare una cazzata è di una grandezza superiore a quella necessaria per produrla.
In pratica il propagandista ha bisogno di un impegno molto minore per mettere in circolo una notizia falsa rispetto a quello necessario al contro propagandista per contrastarla.
Io cerco di far comprendere questa asimmetria facendo ricorso alla mia esperienza giovanile nelle squadre di volontari che contrastavano gli incendi boschivi , (i giovani fanno sempre cose strane). La cosa che mi irritava maggiormente era che per spegnere un incendio di dimensioni anche medio-piccole occorreva una spesa di qualche migliaio di euro in uomini e mezzi mentre per accenderlo bastava un fiammifero dal costo ampiamente inferiore ad un euro.
Sempre facendo riferimento a quella esperienza giovanile ho elaborato un corollario a questo principio.
“L’impegno necessario a contrastare un cazzata o fake news è proporzionale al tempo trascorso dal momento in cui inizia a diffondersi al momento dell’intervento di contrasto. Questa relazione non è però sempre lineare ma può essere approssimata ad una curva logaritmica.”
(nota 1)
Spiegando in termini meglio comprensibili sempre usando l’analogia con gli incendi:
Più tempo passa dal momento in cui i forestali iniziano le operazioni di spegnimento più l’incendio si è propagato e occorrerà un maggior numero di uomini e mezzi per affrontarlo. Allo stesso modo prima la contro propaganda affronta una notizia falsa messa in circolo dalla propaganda nemica meno fatica dovrà fare. Dopo un certo tempo però l’impegno necessario non cresce più proporzionalmente per cui intervenire dopo undici anni non sarà molto più oneroso di un intervento dopo dieci anni.
Infine non posso non citare un importante postulato che sono sicuro sia stato già elaborato anche se probabilmente con parole diverse.
Le cazzate o le fake news sono sempre quelle degli altri.
Se questo articolo ti è piaciuto troverai interessante anche il romanzo Loquendum
Alcune precisazioni
Ho separato la propaganda dalla contro propaganda per meglio distinguere i due momenti, ma lo stesso professionista può occuparsi di entrambi i ruoli, se va all’attacco è un propagandista, se sta in difesa è un contro propagandista.
Tendiamo a considerare la propaganda come una attività legata agli Stati o ai partiti, ma non c’è ragione per farlo, la professionalità necessaria a diffondere una idea non è diversa da quella necessaria a convincere la gente ad acquistare un prodotto.
Note
Nota 1: Qualora il corollario enunciato da me sia già stato enunciato pubblicamente da altri sarò ben lieto di citarli.
Nota 2: il quadro in copertina è la processione del cavallo di Troia di Giovanni Domenico Tiepolo